Pronunciare il “si” all’ombra del Colosseo, allo stadio Olimpico, oppure davanti a qualche monumento storico della Capitale ora è realtà. L’Assemblea capitolina, con 25 voti favorevoli, ha infatti dato il via libera definitivo alla delibera proposta dal coordinatore della maggioranza, Fabrizio Panecaldo (Pd), che offre la possibilità di riconoscere come luoghi pubblici delle aree riservate alla cerimonia civile. Il bando del Comune, che si ripeterà ogni anno, sarà pubblicato entro l’estate e raccoglierà le domande di “riconoscimento” di sede idonea ai matrimoni. Una volta ottenuto l’accreditamento si pagherà una sorta di “canone” annuale al Comune che riconosce quell’area (ad esempio di una villa adibita a ricevimenti) come luogo pubblico e nella disponibilità del Comune. Poi saranno fissate le tariffe, che saranno diverse per chi è cittadino romano e chi non lo è, ma i prezzi cambieranno anche da location a location.
E tra le prime novità c’è la richiesta del Municipio XV per aprire ai matrimoni la Torretta di Ponte Milvio. “Finalmente, con l’approvazione della delibera Sposarsi a Roma, la Grande Bellezza sarà a disposizione per i matrimoni civili – ha commentato Panecaldo – non più solo Campidoglio e Terme di Caracalla per dirsi il fatidico sì: romani e non, nubendi in arrivo da tutto il mondo, coppie che festeggiano nozze d’argento, d’oro e di platino, potranno farlo all’interno delle più belle cornici di Roma. E non solo nelle location pubbliche, ma anche in quelle di particolare prestigio e qualità architettonico – paesaggistiche che i privati proporranno a questo scopo e che saranno autorizzate dal Campidoglio. Le ricadute per il turismo, l’accoglienza, l’indotto occupazionale per i giovani e non, la stessa riqualificazione del prestigioso patrimonio della Capitale sono intuibili, ma di una portata che potrebbe andare oltre ogni rosea previsione. Se poi pensiamo che, con il preventivo accordo del Mibac, lo stesso Colosseo potrebbe diventare il palcoscenico di questi lieti eventi, la capacità attrattiva della Città Eterna ne uscirebbe ulteriormente potenziata”.
Soddisfatte anche l’assessore al Commercio e turismo di Roma Capitale, Marta Leonori: “Consentire ai cittadini di sposarsi in una grande varietà di luoghi disseminati per Roma è un simbolo di una città accogliente ed inclusiva. Un provvedimento che certifica una volta di più quanto rilevato anche dal secondo sondaggio annuale Cities survey realizzato da Tripadvisor che premia Roma in ben due categorie, come Miglior città per cultura e Miglior città per attrazionì. Il turismo e la cultura, come dimostrano i dati in costante aumento su arrivi e presenze in crescita, sono due motori di sviluppo fondamentali per questa città su cui puntiamo con grande convinzione». Ma non è finita. Martedì prossimo l’Assemblea capitolina discuterà la proposta di Imma Battaglia (Sel) sull’isituzione del registro delle Unioni civili. Se approvato il business dei matrimoni potrebbe presto aprirsi anche al mondo gay. Una prima doccia fredda arriva tuttavia in serata quando il ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini commenta la possibilità di concedere il Colosseo per i matrimoni con un «Mi pare un’idea molto stravagante…”.
Roma, 30 maggio