Sabato 10 maggio alle ore 11:30 il Coordinamento Salviamo Giulio Agricola organizza, nel quarto anniversario dello scempio degli alberi del viale per la realizzazione del Piano Urbano Parcheggi, un gazebo informativo e una raccolta firme per far interrompere i lavori. Il gazebo sarà allestito sul Viale di fronte la Banca Popolare dell’Etruria.
“È necessario mandare definitivamente a casa la ditta e tutti coloro che hanno voluto questo scempio. Non c’è posto in questo quartiere e in questa città per gli assassini di alberi e i devastatori di interi quartieri. Saremo sul viale, per informarvi sul nostro operato e soprattutto per accogliere forze nuove per aiutarci ad eliminare definitivamente questo Pup e per riavere il nostro viale. Vi attendiamo per raccogliere tutti i suggerimenti che voi ci porterete e poter organizzare nuove manifestazioni e nuovi eventi. Tutti insieme possiamo farcela RIPRENDIAMOCI VIALE GIULIO AGRICOLA!” Questo il comunicato del coordinamento.
Sulla questione è intervenuto pure Fabrizio Santori, esponente di Difendiamo Roma e consigliere regionale del Lazio.
“L’anniversario dello scempio di Giulio Agricola, che ha portato alla cantierizzazione di un’intera zona e all’abbattimento di numerosi platani, è il simbolo di chi sta ancora lottando a Roma contro alcuni scellerati progetti del Piano Urbano Parcheggi, cosiddetti Pup, inutili e dannosi. Il problema più grave è che a distanza di anni il cantiere è ancora lì, nel degrado, tra rifiuti e immondizie di vario genere, impedendo a famiglie e cittadini di poter usufruire delle aree pedonali di questa splendida zona a pochi passi dal Parco degli Acquedotti.”
“La revisione del Piano Urbano Parcheggi nelle diverse realtà della città dovrebbe essere una delle priorità di questa Amministrazione comunale, l’immobilismo del sindaco Marino lo si vede ogni giorno anche nello status quo che tante zone vivono sulla propria pelle con cantieri aperti e previsioni di progetti assolutamente inutili se non incompatibili con il territorio nei quali sono previsti. I romani vivono come una spada di Damocle le mancate decisioni anche su questi temi”, conclude Santori.
Roma, 7 maggio