Nel 25esimo anniversario del massacro, Pechino censura tutti i social network e fa scattare arresti in tutto il paese. L’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navy Pillay, ha condannato fortemente la censura avviata dal governo di Pechino, così da non permettere la celebrazione del massacro avvenuto il 4 giugno del 1989 nella più famose delle piazze rosse, Piazza Tienanmen. Una dura condanna quella, ha proseguito Pillary, perché a distanza di tutti questi anni è arrivato il momento di stabilire quanto effettivamente accadde quel giorno, soprattutto in considerazione dei morti che ancora oscilla da qualche centinaio a migliaia.
Amnesty international nelle ultime settimane ha anche denunciato come siano scattati almeno una cinquantina di fermi, non ultimo quello dell’artista sino australiano Guo Jian, prelevato dalla polizia dalla sua casa nel quartiere periferico di Songzhuang. La censura, però, ha colpito in modo particolare la rete, fra tutti google e linkedIn, dove è stato negato l’accesso a tutti i forum che come tema di discussione avevano proprio il massacro. Ulteriori problemi si sono riscontrati poi in tutto il paese negli accessi alla posta elettronica di Gmail, oppure a Picasa, utility per modificare foto e video. Il blocco di google è stato definito come l’atto di censura più severo ai dispiegato in Cina.
Roma, 4 giugno
Il Rivoltoso Sconosciuto, da solo bloccò i carri armati in piazza Tienamnmen il 5 giugno 1989 | NewsGO
4 Giugno 2014 @ 19:30
[…] Fredda. In Cina studenti, intellettuali ed operai sperano di guadagnare anche loro la libertà. In piazza Tienanmen, a Pechino, le manifestazioni assumono toni importanti. Non riusciranno a spuntarla, e il regime […]