E’ stata presentata ieri all’assemblea del socio unico, il Comune, la relazione sulla situazione infrannuale dell’azienda della mobilità capitolina. L’Atac taglia su bus, metro e treni. Già all’inizio dell’anno avevamo assistito ad una diminuzione sulle corse di bus e tram del 2% a cui si sono aggiunte riduzioni sui servizi di metro (-3%) e treni regionali (-6,1%).
Un altro dato che fa preoccupare il collegio sindacale e la società di revisione Mazaras è il calo dei ricavi provenienti dalla vendita dei biglietti e dalle sanzioni relative al 2014, -0,4% rispetto al primo trimestre 2013. Sull’Atac stanno incidendo molto anche le verifiche amministrative contabili in corso disposte dal Ministero dell’Economia e le inchieste giudiziarie ancora aperte che coinvolgono alcuni manager attualmente in carica e vecchi vertici aziendali. A tutto ciò vanno aggiunti i 60 milioni di euro di debiti accumulati nel primo semestre del 2014, le manutenzioni di cui necessitano mezzi di superficie e metropolitane e gli adeguamenti infrastrutturali.
In questa situazione di incertezza si palesa anche la possibilità delle dimissioni dell’amministratore delegato Danilo Boggi, pronto ad abbandonare per dedicarsi ad altro, vista anche la differenza del suo stipendio (circa 67 mila euro lordi) con lo stipendio di un dirigente Atac che mediamente guadagna il triplo. A prendere il posto di Boggi ci sarebbe già pronto Giuseppe De Paoli, assunto dall’azienda a settembre con un contratto da 200 mila euro annui, ingaggio, questo, già all’attenzione della Corte dei Conti.
Ultimo argomento affrontato nella relazione riguarda poi l’auspicio del collegio sindacale di una ricapitalizzazione dell’azienda, in cui mancherebbe, lamenta il collegio, un piano industriale. L’Atac risponde alle preoccupazioni dei revisori e in un comunicato stampa diffuso ieri esprime che un’eventuale ricapitalizzazione si farà “ove se ne verifichino i presupposti di legge”.
Roma, 27 giugno