Si tinge di giallo la vicenda del nuovo scambio di embrioni all’ospedale Sandro Pertini di Roma, portato alla luce ieri da Affariitaliani.it. A denunciare la vicenda è l’associazione Agitalia ma la documentazione medica relativa all’amniocentesi a cui si è sottoposta la donna e da cui emergerebbe lo scambio “è un falso”. A dirlo Paola Grammatico, direttore del Laboratorio di Genetica Medica dell’ospedale San Camillo di Roma a cui la coppia si sarebbe rivolta. “Ho visionato i referti degli esami che sarebbero stati effettuati nel laboratorio che dirigo e non sono autentici”.
Anche questa inseminazione avvenne, come nei casi precedenti emersi ad aprile scorso, nel dicembre 2013. Un’amniocentesi a cui la donna, 43 anni, si sarebbe sottoposta a maggio, secondo l’associazione Agitalia, avrebbe però rivelato che l’embrione non presentava materiale genetico nè del padre nè della madre. Per questo motivo la coppia chiederebbe ora un milione di euro di risarcimento per “danni morali, patrimoniali e biologici subiti in relazione alla fecondazione assistita eseguita ‘erroneamente’ per il presunto ‘scambio di provette'”.
Ma dal laboratorio di genetica a cui la coppia si sarebbe rivolta per l’amniocentesi si nega tutto: “Dalla documentazione allegata emergono una serie di falsi – sottolinea la dottoressa Grammatico – dalla carta intestata che non usiamo da tempo, alla data in cui la donna si è sottoposta al prelievo, che corrisponde a una domenica, alla numerazione della richiesta che non corrisponde alla nostra, al referto di valutazione genetica che non corrisponde all’amniocentesi fatta. Insieme alla Regione, alla direzione dell’Asl e del mio ospedale valuteremo come procedere”.
Roma, 19 giugno