Francesco Coco è stato un magistrato italiano, vittima di un attentato delle Brigate Rosse.
Diventa Procuratore generale della Repubblica di Genova dopo gli anni ’50, la sua carriera è incrociata con i sequestri di persona. Nel 1974 è coinvolto con il sequestro dell’amico e collega Mario Sossi, rapito dalle Brigate Rosse. Per il suo rilascio i terroristi chiedono lo scambio con alcuni detenuti, la Corte d’Assise di appello di Genova accetta il ricatto e concede la scarcerazione a patto che sia garantita l’integrità fisica del magistrato Mario Sossi.
Francesco Coco constatò che il magistrato rapito subì varie lesioni, come la rottura delle costole, quindi si oppose allo scambio.
Il Procuratore divenne così nemico e obiettivo di morte delle Brigate Rosse. Francesco Coco, nonostante era protetto dalla scorta, fu assassinato l’8 giugno 1976. Due commando terroristici, composti da 5 uomini in tutto, effettuarono la strage, che coinvolse anche l’uccisione dell’agente di scorta Giovanni Saponara, e dell’appuntato dei carabinieri Antioco Deiana.
L’attentato fu rivendicato da alcuni membri delle Brigate Rosse, tra cui spiccano Prospero Gallinari e Renato Curcio.
Non è mai stata fatta completa luce su tutti i responsabili, esistono varie fonti e ipotesi. Ad esempio, il brigatista Lauro Azzolini, ha raccontato a Giorgio Bocca di essere uno dei responsabili logistici dell’attentato, ma non era presente il giorno dell’uccisione.
Roma, 8 giugno.