È il 25 giugno 1857 quando Charles Baudelaire pubblica I fiori del male, raccolta di poesie che ispira il decadentismo letterario, sorto in Francia verso la fine del XIX secolo. A occuparsi della pubblicazione è Poulet-Malassis in 1.320 copie. La prima edizione finisce subito nel mirino della magistratura francese per l’accusa di oltraggio alla morale, motivo per cui l’autore viene condannato a un’ammenda di 300 franchi e obbligato a eliminare sei poesie dalla raccolta. La forma poetica e i temi trattati attirano subito le critiche, così come il titolo “Les lesbiennes”.
A detta dello Stesso autore, l’opera I fiori del male va intesa come un viaggio immaginario compiuto verso l’inferno, la vita. Nella prima sezione viene espresso il malessere del poeta, uno spirito superiore che si eleva al di sopra degli uomini, ma che a causa delle sue doti è maledetto dalla società, che lo schernisce. Nella seconda sezione il poeta cerca di fuggire l’angoscia e proprio le poesia di questa sezione descrivono l’angoscia della città moderna.
I fiori del male sono gli amori proibiti, i paradisi artificiali in grado di dare l’illusione di trovare conforto. Una volta svaniti il poeta rinnega Dio. Ma l’ultimo appiglio è la morte, la distruzione , cui si affida per cercare qualcosa di diverso dall’angoscia.
Roma, 25 giugno