Niccolò Machiavelli è stato uno scrittore nato a Firenze il 3 maggio 1469, è considerato il fondatore della scienza politica moderna.
Dopo gli studi intraprende la carriera politica, ottenendo nel 1498 il ruolo di segretario della seconda cancelleria e successivamente quello di segretario del consiglio dei Dieci. Affronterà delle missioni diplomatiche all’estero, che contribuirono a sviluppare in lui un nuovo pensiero politico.
Particolarmente influente sarà l’esperienza con Cesare Borgia, Machiavelli resterà affascinato dall’astuzia politica e il pugno di ferro usati dal tiranno.
Quando nel 1513 i Medici si ripresero Firenze tramite gli spagnoli, Machiavelli verrà accusato di cospirazione contro di loro, sarà ingiustamente arrestato e torturato. Solo dopo l’elezione di Papa Leone X, gli sarà concessa la libertà, decidendo si ritirarsi a scrivere in un suo podere a San Casciano.
Tra le sue opere ricordiamo Discorsi sulla prima deca di Tito Livio, in cui Machiavelli medita sui primi 10 libri delle Storie di Tito Livio, poi Istorie Fiorentine, un’interpretazione della storia fiorentina fino alla morte di Lorenzo il Magnifico, la novella Belfagor Arcidiavolo, e le commedie Clizia e Mandragola, in quest’ultima viene discussa anche la questione della lingua.
Marchio di fabbrica nelle sue opere è l’analisi sui comportamenti dell’uomo, condizionati da falsi moralismi.
La sua opera più importante è Il Principe, un trattato politico in ventisei capitoli, in cui si esaminano con cura le caratteristiche che un principe dovrebbe avere per governare in maniera corretta, preoccupandosi di farsi amare e stimare dai suoi sudditi, promuovendo il progresso morale e materiale. Secondo Machiavelli le leggi della politica devono essere diverse da quella della vita morale, nel senso che il principe non deve farsi influenzare dalle considerazioni morali, ma deve procedere in modo pratico e reale, anche se la “realtà effettuale della cosa” si presenta come violenta, il principe non deve esitare di imporsi con la forza. Per Machiavelli è meglio essere temuto che amato.
Oggi, quando oggi si parla di machiavellismo, s’indica una tattica politica che mira ad espandere il proprio potere e benessere, senza tenere conto della morale, da cui il famoso motto “il fine giustifica i mezzi”.
Nicolò Machiavelli morì all’età di 58 anni il 21 giugno 1527.
Roma, 21 giugno.