Danilo ha nove anni. Ha una vita normale, come quella di tutti, la sindrome di down gli ha anche risparmiato complicanze cardiache o psicomotorie.
Il papà racconta un brutto episodio accaduto in questi giorni, dopo che aveva deciso di portare Danilo ad un centro estivo in via delle Canossiane. Un luogo in cui si incontrano bambini dai 3 ai 13 anni e che vivono insieme l’estate tra giochi e divertimento.
Così il padre al quotidiano Leggo racconta la vicenda. “Avevo spiegato agli educatori la situazione di mio figlio in un primo momento non hanno fatto storie, così l’ho accompagnato, c’era anche una sua compagna di classe e lui era molto contento». Ma poi la situazione è cambiata radicalmente. Quando Andrea è andato a riprenderlo, il responsabile del centro gli ha detto chiaro e tondo che Danilo non poteva tornare. «Dava fastidio agli altri bambini e i genitori avrebbero potuto ritirarli, con il risultato di creare danni alla struttura», spiega Andrea. «Hanno parlato di mio figlio – continua – come di un bambino incontrollabile, un bambino pericoloso, solo perché ha iniziato a correre per il giardino senza fermarsi mentre gli educatori lo chiamavano».
Alla possibilità di pagare un extra il centro estivo ha risposto: «Non siamo attrezzati per questo» che poi è anche il senso della replica del responsabile del centro estivo: «Non volevamo attuare nessuna discriminazione, ma semplicemente non siamo attrezzati per situazioni del genere, che richiedono personale qualificato»
Roma, 17 giugno