Salaria, rapimento imprenditore perugino, arrestati i componenti della banda che lo scorso 31 maggio si sono resi responsabili dell’atto criminale. L’uomo, 40 anni, era stato in seguito nascosto nella zona della Tenuta di Santa Colomba. L’obiettivo dei sequestratori aveva come fine ultimo il riciclaggio di denaro sporco poi non andato a buon fine.
Ad arrestare la banda romana banda di romani i carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Perugia, i quali la mattina del 25 giugno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del locale Tribunale, nei confronti di 4 indagati per sequestro di persona a scopo di estorsione.
I provvedimenti in questione sono stati il risultato di un’intensa attività investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Perugia, la quale ha permesso di individuare i responsabili del rapimento dell’imprenditore nella provincia del capoluogo umbro.
Il fatto è avvenuto precisamente nei pressi di Assisi, dove un commando di cinque uomini di origini romane hanno sequestrato e trasferito a Roma colui che si sarebbe dovuto occupare di fare da intermediare nell’operazione di ricicliaggio di denaro, il 40 enne immobiliarista della provincia di Perugia, appunto, al fine di ripulire una grossa somma di denaro.
I cinque avevano consegnato all’imprenditore una valigetta con 50mila euro, per ottenerne, in base agli accordi presi, un’altra contenente 100 mila euro, proventi derivanti dalle loro attività illecite quali il narcotraffico. Ma la seconda valigetta non conteneva denaro: all’interno, solo ritagli di giornale. Motivo per cuila banda ha deciso di sequestrare il mediatore dell’operazione, trasportandolo solo a Roma, dove li attenda un complice, titolare di un locale nel comune di Riano Romano, nella zona della via Tibertina.
Successivamente, l’immobiliarista è stato trasferito da Riano a Santa Colomba e rinchiuso in un deposito, situato in via Gastone Maresca, nel tratto di via Salaria compreso tra i Comuni di Roma e Monterotondo, dove la vittima è stata segregata e sottoposta a minacce di morte e di violenze al fine di farsi consegnare 80 mila euro.
Sottoposta a violenze e ben sorvegliato dai suoi rapitori, la vittima ha provato a mettersi in contatto telefonicamente con persone di sua fiducia e sempre operanti in ambito della compravendita di immobili, per poter ottenere un prestito da girare ai suoi sequestratori.
La vittima è riuscita ad ottenere il prestito richiesto, però, solo nella giornata di domenica 1° giugno 2014, grazie ad un proprio parente che lo ha rassicurato che presto avrebbe ricevuto parte della somma in questione. A questo punto ne è nata una trattativa: con la consegna della somma, l’uomo sarebbe stato rilasciato, e così è avvenuto nei pressi di Santa Maria degli Angeli (in provincia di Perugia); il denaro in questione è stato consegnato a due dei sequestratori. La vittima a questo punto è stata rilasciata.
I due “postini” sono stati subito arrestati dai carabinieri del Comando Provinciale di Perugia, preventivamente avvertiti dal congiunto della vittima prima di recarsi presso il luogo di consegna del denaro.
Dopo l’arresto dei due e in base alle dichiarazioni fornite dalla vittima, i Carabinieri del Ros e del locale Comando Provinciale, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Perugia, hanno fatto partire le indagini per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione.
Un’intensa attività investigativa, successivamente, ha permesso di arrivare agli altri 3, che su utenze ritenute sicure avevano tentato in un primo momento di mettersi d’accordo su una versione dei fatti che li scagionasse da eventuali accuse. Purtroppo, l’attività di inquinamento non ha ottenuto i frutti sperati e i tre sono stati arrestati con le accuse di sequestro di persona a scopo di estorsione.