Gli astronomi hanno scoperto una mega-Terra: si chiama Kepler 10c (prende il nome dalla sonda NASA Kepler che per prima l’ha osservata) ed è più grande delle super-Terre fino ad oggi individuate. Il pianeta roccioso, infatti, pesa 17 volte il nostro ed è grande il doppio rispetto alla Terra. E’ distante 560 anni luce in direzione della costellazione del Dragone e impiega 45 giorni a compiere un giro intorno alla sua Stella.
Secondo le teorie correnti l’esistenza di un simile pianeta (2,3 volte le dimensioni della Terra e 17 volte di massa superiore) non sarebbe stata possibile, poiché l’enorme attrazione gravitazionale di un corpo così massiccio avrebbe dovuto dare origine ad uno strato di gas attorno ad esso fino a farlo diventare, ad esempio, come Nettuno o come il nostro Giove. Kepler 10c è considerato una sorta di ‘anomalia non prevista’. Lo spettrografo di precisione HARPS-N, installato sul Telescopio Nazionale Galileo delle isole Canarie, è riuscito a render nota la composizione del pianeta: sono principalmente le rocce a mantenerlo stabile anziché renderlo un gigante gassoso. Il dato importante non riguarda quindi questa mega-Terra, ma il fatto che la sua esistenza sembra mettere in dubbio le conoscenze teoriche degli scienziati in merito alla formazione e alla nascita di nuovi mondi. “Proprio quando pensi di aver compreso tutto, la natura ti dà un’enorme sorpresa, in questo caso letteralmente” ha commentato Natalie Batalha, scienziata per la missione Kepler.
Il nostro Sistema Solare ha circa 4,5 miliardi di anni d’età. Il Sistema in orbita attorno alla Stella Kepler-10 è vecchio di circa 11 miliardi di anni (si è formato ‘soltanto’ 3 miliardi di anni dopo il grande evento del Big Bang) e l’universo che lo ospitava all’epoca conteneva solamente idrogeno ed elio. Gli elementi indispensabili e più pesanti per la formazione di Pianeti rocciosi, come il ferro e il silicio, si sono formati solo più tardi da una prima generazione di Stelle che diffusero questi ingredienti per la formazione di nuove generazioni di astri e Pianeti. Tale processo richiede miliardi di anni, ma Kepler 10c dimostrerebbe come l’universo fosse già in grado di formare enormi rocce anche quando gli elementi più pesanti erano poco presenti. In poche parole, la scoperta di Kepler 10-c indica che i Pianeti rocciosi si sarebbero originati prima di quanto pensato fino ad ora.
Tutto ciò suggerisce ai ricercatori di non escludere dalle proprie osservazioni stelle più vecchie come Kepler-10, poiché insieme ad esse potrebbe essersi originata la vita. La possibilità di trovare altri mondi potenzialmente abitabili non è poi così distante dal nostro ‘vicinato cosmico’. Kepler 10c potrebbe avere profondi riflessi sulle conoscenze degli astronomi in merito alla storia dell’universo e alla possibilità di vita in esso.
Roma, 4 giugno