Roma, 19 luglio 2014 – Erano le 11.03 circa di un lunedì 19 luglio 1943, quando improvvisamente la Capitale fu squarciata da un violento bombardamento per mano Alleata, in tutto furono sganciate almeno 4.000 bombe su Roma, distrutti i quartieri di San Lorenzo, Tiburtina e Prenestina, danni anche a Latina, allora Littoria. Il bilancio delle vittime fu tragico: 3.000 morti e 11.000 feriti.
Il bombardamento anticipò la votazione che decretò la caduta del Fascismo.
Dopo il bombardamento, Papa Pio XII scese in strada, e tra il popolo e le macerie proclamò Roma città aperta.
Perché il bombardamento? Gli anglo-americani non hanno mai fornito una risposta soddisfacente, si sono rifugiati dietro la scusa di aver abbattuto degli obiettivi militari, cioè i scali ferrovieri di San Lorenzo e Littorio, e gli aeroporti di Ciampino e Littorio. L’Italia già tentennava a restare in Guerra, scarseggiavano risorse e rifornimenti, quanta importanza avevano gli obiettivi bombardati?
L’attacco infatti fu inaspettato, i stessi piloti americani definirono l’operazione “too easy”, troppo facile.
Sicuramente il bombardamento servì per far crescere il malcontento e l’odio cittadino contro Mussolini, raffigurato come il colpevole di tutto, non a caso dopo pochi giorni fu costretto ad abbandonare il potere.