Roma, 30 luglio 2014 – “Chi non consentirà di far proseguire il cammino indispensabile per rimettere in moto il Paese con le riforme, alla fine dovrà assumersi le proprie responsabilità davanti all’Italia intera.Non può davvero passare che trionfi la dittatura della minoranza“. Queste le parole del senatore dissidente del Pd Alfredo D’Attorre in un’intervista al Mattino, in cui spiega come l’atteggiamento di Sel gli risulti incomprensibile: “è uno di quelli che non ti aspetteresti mai“. “Noi – ha detto – non abbiamo fatto nessun dietrofront. Abbiamo solo detto che siamo disposti a votare a settembre e a concentrare sforzi e impegni nel raggiungimento di alcuni traguardi che secondo noi sono prioritari rispetto ad altri. Renzi lo ha detto e ripetuto: è fondamentale intervenire al Senato sui tre principali punti critici della legge elettorale approvata alla Camera e dunque superamento delle liste bloccate, soglie, rappresentanza di genere. Ci sono secondo noi almeno sei o sette punti chiave. Su questi ci si deve concentrare e lavorare“.
Nessuna marcia indietro – “Da noi niente dietrofront, si discuta dei punti critici e si voti a settembre. L’unica è continuare a tener duro. Tanto è innegabile che ogni ora di ostruzionismo fatta in aula fa aumentare vertiginosamente le quotazioni del presidente del Consiglio e del suo partito. Sia Renzi che la Boschi lo hanno ribadito: alla fine sono comunque i cittadini con il referendum a dare l’ultima parola. E a dire se la riforma prodotta va bene oppure no non saranno i 24mila che votano sul blog di Grillo. Questo è certo“, dice D’Attorre.