Roma, 23 luglio 2014 – “Con riferimento ad alcune dichiarazioni non corrispondenti al vero apparse su internet in merito a quanto accaduto lunedì 21 us alla stazione di Orte, non possiamo esimerci dal controbattere. Quanto pubblicato infatti non corrisponde ai fatti avvenuti alla stazione di Orte. A chiarimento di quanto realmente accaduto“. Questa la nota del Comitato pendolari Orte.
Criticità dei trasporti – “È vero che la situazione dei trasporti pubblici per i pendolari si sta facendo allarmante – prosegue il comunicato – ad un continuo aumento dei viaggiatori si è avuta in risposta una costante diminuzione dei treni, soltanto negli ultimi anni è stata tolta la fermata ad Orte per 5 treni, tutti nelle fasce cosiddette dei pendolari cioè di quelle persone che per studio o lavori devono recarsi giornalmente a Roma. È vero che è urgente aprire dei tavoli per risolvere i problemi. Non è assolutamente vero che la protesta avvenuta ieri alla stazione di Orte sia stata aggressiva, se così fosse stato le forze dell’ordine presenti sarebbero intervenute. Non è assolutamente vero che i manifestanti abbiano fermato il treno a calci e pugni (come si può fermare un treno in transito con calci e pugni senza rischiare l’incolumità’). In ultimo poi segnaliamo che la Regione Lazio si è resa disponibile ad aprire un tavolo di trattative con la Regione Umbria e a contribuire al pagamento del treno ma questo non è stato preso assolutamente in considerazione dall’assessore alla mobilità della Regione Umbria che non si è presentato all’incontro stabilito per la data dell’11 luglio”.
Il diritto alla mobilità – “Il Comitato pendolari di Orte crede fermamente nel diritto alla mobilità di tutti i pendolari – conclude il comunicato – e viaggiatori occasionali ma non può in ogni caso essere d’accordo sulle modalità con le quali la Regione Umbria pensa di risolvere il problema (togliendo la fermata di Orte), danneggiando così anche i residenti della bassa Umbria che prendono il treno alla stazione di Orte. Crediamo in una protesta pacifica e ragionata, ma non smetteremo di far valere le nostre ragioni contro quello che riteniamo sia un sopruso. Contrariamente a quanto dichiarato e scritto da persone non presenti sul posto, ci sentiamo in dovere di ringraziare le forze dell’ordine per l’ottimo lavoro svolto a garanzia della sicurezza delle persone“.