Roma, 25 luglio 2014 – E’ partito questa mattina il sequestro dell’intero tratto del Fosso delle Tre Fontane, ricadente nella convenzione edilizia denominata Grotta Perfetta (area I-60). Ad apporre i sigilli ad una parte del cantiere di via Giuseppe Berto, (Tor Marancia) il Corpo forestale dello Stato su ordine della magistratura che, contestualmente, ha notificato sei avvisi di garanzia diretti a tre dirigenti del Comune di Roma, il direttore dei lavori, il presidente del consorzio ed il Rup (responsabile unico del procedimento). I reati contestati sono falso ideologico, danno ambientale e violazione del vincolo paesaggistico. Il procedimento quindi comporta la sospensione dei lavori, con obbligo di bonifica e di ripristino dello stato naturale dei luoghi. “Dopo il sequestro, a novembre, di un’area di circa 26 ettari di Agro Romano all’interno del parco regionale dell’Appia, nell’ambito dei controlli sulla convenzione urbanistica denominata Grotta Perfetta, questo è il secondo sequestro effettuato dagli uomini del corpo forestale, che ha accertato ulteriori danni ambientali e paesaggistici sul luogo. Prima un bosco, ora hanno distrutto un fosso. Le indagini comunque proseguono su delega della magistratura“, dice il Corpo Forestale.
“È da mesi che il M5s denunciava irregolarità in questo cantiere. Abbiamo spronato il presidente del Municipio Catarci a risvegliarsi dal lungo sonno, mentre gli assessori comunali e regionali ci hanno sempre dato rassicurazioni, sia sui vincolo, sia sul Fosso delle Tre fontane stesso. Anche il Pd romano aveva dato delle rassicurazioni, a quanto pare non sono bastate alla magistratura, che invece applica la legge“, dice il consigliere capitolino, Daniele Frongia (M5s), presente al sequestro. “Lo scenario cambia completamente a partire da oggi. Non abbiamo letto l’ordinanza del corpo forestale, ma sei persone hanno ricevuto un avviso di garanzia, tre sono del Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale. Questo non può lasciare inalterato il progetto – ha concluso – Facciamo le verifiche. Se questi tre reati sono stati effettivamente commessi, il progetto dovrà essere ridiscusso“.