Roma, 14 luglio 2014 – Svolta sul tema dell’eutanasia in Italia. A dirlo è Umberto Veronesi, che spinge per una proposta di legge su iniziativa popolare in merito: “Ci sono tre modi di avvicinare le persone malate alla morte: due sono una sorta di eutanasia ‘mascherata’, decisa dai medici, mentre il terzo è l’unico che darebbe al paziente la libertà di autodeterminarsi e di decidere per sè”.
Il primo modo di praticare una sorta di eutanasia, ha spiegato l’oncologo, “è quello di lasciar morire il paziente: è l’abbandono terapeutico, cioè l’opposto del cosiddetto accanimento terapeutico, ed è deciso dai medici. Il secondo modo è quello di aiutare a morire il paziente aumentandogli la dose di oppiacei giorno per giorno, finchè questa non porta alla morte”. Si tratta, ha aggiunto Veronesi, “di una ‘mezza eutanasia’, e anche qui la scelta è presa dai medici, senza che nessuno chieda nulla al paziente: quindi è una pratica fuori dal concetto di autodeterminazione”.
Il terzo modo è invece “quello più semplice: una iniezione che, in modo indolore, porta alla morte. Ma non è solo un’iniezione: è una scelta consapevole del paziente, e una legge che regolamenti questa pratica è un segno del progresso e del livello di civiltà di una società”. La proposta è stata già presentata il 13 settembre 2013 e oggi a Milano l’associazione Luca Coscioni, promotrice della proposta, è tronata con una conferenza stampa sul tema per sottolineare il blocco di questa proposta che porterebbe ad una sorta di eutanasia legale: “Credo sia arrivato il momento di parlarne davvero – ha concluso Veronesi – non vogliamo imporre nulla, ma è davvero un argomento chiave, che non è più possibile ignorare”.