Il 25 luglio 1844 a Vallone di Rovito, in Calabria, furono fucilati nove patrioti italiani, tra cui i fratelli Bandiera.
Il gruppetto di patrioti partì da Corfù, destinazione Crotone, su quella nave da pesca c’erano: Emilio Bandiera, Attilio Bandiera, Domenico Moro, Nicola Ricciotti, Anacarsi Nardi, Tommaso Massoli, Giovanni Manessi, Paolo Mariani, Francesco Tesei, Giuseppe Tesei, Carlo Usmani, Giuseppe Miller, Pietro Piazzali, Giovanni Venerucci, Luigi Nanni, Giuseppe Pacchioni, Francesco Berti, Giacomo Rocca, Domenico Lupatelli, Pie¬tro Boccheciampe e Giuseppe Meluso.
Un paio di mesi prima, già era scoppiata una rivolta a Cosenza, contro il dominio borbonico, ma l’insurrezione aveva fallito, nonostante ciò il nuovo gruppo di patrioti confidava sui calabresi per una nuova rivolta.
Tra i patrioti c’era una spia, Pietro Boccheciampe, che a un dato momento si sottrasse dal gruppo, informando i borbonici della rivolta ideata. I borbonici si misero sulle loro tracce, intercettandoli presso Stragola, alle porte di San Giovanni in Fiore, dopo uno scontro a fuoco furono tutti catturati, tranne Giuseppe Miller e Francesco Tesei che perirono nel conflitto, mentre il brigante Giuseppe Meluso fuggì per la macchia, che ben conosceva.
La Commissione giudicò tutti colpevoli di Lesa Maestà, e quindi pena capitale. In pochi furono graziati dal Re Ferdinando II, andarono al patibolo in nove: Emilio Bandiera, Attilio Bandiera, Giovanni Venerucci, Anacarsi Nardi, Nicola Ricciotti, Giacomo Rocca, Domenico Moro, Francesco Berti e Domenico Lupatelli.
I sopravvissuti ebbero salva la vita, ma in cambio dell’ergastolo.
Ai fucilati sono state dedicate varie commemorazioni, per esempio ai fratelli Bandiera è stato dedicato il Cippo della Stragola, nello stesso luogo dove furono catturati.
Roma, 25 luglio 2014.