Roma, 24 luglio 2014 – E’ stata incendiata nella notte l’auto del sindaco di Ardea, Luca di Fiori. Il primo cittadino, che in passato era stato oggetto di atti intimidatori, ha assistito alla scena. “Erano circa le due meno venti di questa notte – racconta a Il Messaggero – ero appena rientrato a casa dopo una serata con alcuni amici. Il portone era ancora aperto. Sentendo abbaiare i cani in maniera molto strana e ascoltando un rumore metallico come dell’innescare di un accendino, sono uscito fuori dal balcone. Così ho visto un uomo, un ragazzo di circa 30 anni, che nel buio del parcheggio armeggiava intorno alla ruota posteriore sinistra della mia auto: stava cercando di accendere qualcosa. In una frazione di secondo sono sceso urlando ma ormai era troppo tardi: lui si stava dileguando verso la sua macchina, una Punto bianca, lungo via Apriliana, proprio per fuggire. In quel momento ho pensato a chiamare subito i carabinieri e a spegnere l’incendio che stava colpendo la mia Mini Cooper, che comunque non è andata distrutta ed è funzionante. Sono sconcertato. E’ una nuova, palese, intimidazione ai danni di questa città. Ora bisogna tenere alta la testa, come sempre, e dare il senso di unità. Sembra quasi un disegno contro la città: sistematicamente, ad orologeria, si verificano eventi che, anche se creano materialmente pochi danni, uccidono le persone che vogliono cambiare questo territorio. E’ un morbo che entra dentro e avvilisce, distrugge, fa cadere le braccia. Ma noi a tutto questo non ci stiamo“.
“I fatti successi negli ultimi anni che non hanno una connotazione e un colore politico, perché hanno investito consiglieri del centrodestra, del centrosinistra, di liste civiche, giornalisti, ex rappresentanti dell’Arma, uffici comunali, impongono una riflessione profonda. La città deve essere unita a prescindere da tutto e deve reagire in modo unitario. La prima telefonata che ho ricevuto questa mattina è stata del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, sempre sensibile, e con il quale ho fissato un appuntamento nel pomeriggio di oggi per evidenziare queste nostre preoccupazioni. La prima reazione di questa notte, continua Di Fiori, è stato di sconforto perché sono preoccupato per la mia compagna e per mia figlia. Ora c’è la voglia di riscatto e di rispondere a nome della città che vogliamo e dobbiamo andare avanti. Bisogna proseguire con la svolta, che può avvenire soltanto col supporto, con l’aiuto, con l’impegno, di tutti i cittadini perbene e dei loro rappresentanti, politici e sociali, a ogni livello. Ecco quindi l’invito che rivolgo: uniamoci contro chi ci vuole far apparire la nostra città quello che non è“.
“L’ennesimo gesto vile, compiuto da qualcuno che crede ancora di poter imporre le proprie idee attraverso l’uso della violenza – dice in una nota Baldassare Favara, presidente della commissione Sicurezza e lotta alla criminalità e consigliere del gruppo Per il Lazio al Consiglio regionale – Il Comune di Ardea è da tempo teatro di azioni violente compiute nei confronti di rappresentanti della società civile, politica e della carta stampata: una campagna intimidatoria che dura da troppo tempo e che desta apprensione e sgomento nei residenti nel Comune romano. Auspico, dunque, che le indagini portino al più presto l’individuazione dei responsabili di tali gesti che confermano la permanenza nella cittadina di gruppi criminali arroganti e prevaricatori. A Di Fiori e a tutti i residenti ad Ardea esprimo la mia vicinanza, sicuro che le indagini del caso sapranno fare presto chiarezza su quanto accaduto“.