Jean-Jacques Rousseau, nacque a Ginevra il 28 giugno 1712, è stato un filosofo, scrittore e musicista.
Si fece conoscere come scrittore quando vinse un concorso dell’Accademia di Digione nel 1750, dopo aver lavorato in varie case per famiglie di alta nobiltà, come precettore, maestro di musica e intendente. Il testo che vinse fu Il Discorso sulle scienze e sulle arti, una raccolta di idee, pensieri e tesi rivoluzionari. Criticava la società, originaria di tutti i mali, elogiando invece la natura, sede di qualità positive.
La sua vena critica fu ben vista dai salotti di quei scrittori che scrivevano in maniera più positiva, sul finire degli anni ’50, Jean-Jacques criticò anche il mondo del teatro, rimproverandogli che non mostra mai la realtà delle cose, ma quelle che il pubblico vuole vedere, attribuendo le responsabilità ai governi, inattivi a manipolare l’opinione pubblica nella direzione della virtù.
Nel 1761 pubblicò Giulia o la nuova Eloisa, riscuotendo un notevole successo.
Ma negli anni ’60 continuarono le sue pubblicazione critiche e rivoluzionare, suscitando le opinioni negative del Parlamento francese, che decise di bloccare le pubblicazioni, ritirare tutte le copie per darle alle fiamme, su Rousseau ci fu l’ordine di arresto, ma il filosofo riuscì a fuggire a Yverdon prima, e Motiers dopo.
Ma anche a Ginevra si scontrò con le idee comuni e con la religione. La sua abitazione fu presa a sassate, e fuggì dal linciaggio, riparando prima sull’isola di San Pietro, e poi trovò protezione dal filosofo britannico David Hume in Inghilterra. Tra i due i buoni rapporti non durarono molto, a causa delle divergenze sul pensiero politico, così Jean-Jacques ritornò in Francia sotto il falso nome di Jean-Joseph Renou. Il filosofo continuò le sue scritture, completando anche l’opera Confessioni. Sempre più isolato, diventò un paranoico che si sentiva perseguitato ovunque, morì improvvisamente il 2 luglio 1778, forse per un collasso cardiaco. Fu seppellito sull’isola dei Pioppi, durante la cerimonia funebre erano presenti pochi amici. L’isola fu ribattezzata Elysée, diventando successivamente meta di pellegrinaggio per i suoi ammiratori.
I suoi scritti, le sue tesi politiche, furono rivalutate con estrema importanza alla vigilia della Rivoluzione Francese, dopo la presa della Bastiglia, la salma di Rousseau fu traslata al Phantheon di Parigi nel 1794, in suo onore ci furono tre giorni di veglie e processioni, accompagnate dalle note dell’Indovino del villaggio, da egli composta.
Roma, 2 luglio.