Roma, 26 luglio 2014 – Due giovani rom sono state arrestate ieri ed ora sono già libere: alla stazione Termini si sono finte facchine per trasporto valigie ad ignari turisti, allo scopo di estorcere soldi.
Il caso – Alla stazione Termini ora è il periodo di bande di delinquenti che si organizzano per derubare turisti e pendolari, e con la minaccia pretendono di essere pagati per servizi non richiesti Non ci sono solo i gruppetti di stranieri, che postati davanti alle macchinette Frecciarossa e a quelle dei ticket della metro, vogliono essere pagati, in cambio di un aiuto per fare il biglietto. Ci sono anche quelli che diventano dei fantomatici facchini, che incantano i viaggiatori, e prendono le loro valigie e li accompagnano fino al binario del treno e poco prima che il treno chiuda le porte, richiedono con una certa aggressività il pagamento del servizio. Anche se i delinquenti vengono arrestati, passate neanche le 24 ore, tornano ad essere liberi, come previsto dalla legge, tutelati da misure cautelari, come anche l’obbligo di firma che non impedisce loro di tornare a commettere le estorsioni. I casi denunciati sono tantissimi.
L’ultimo caso – Pochi giorni fa, sul banco degli imputati del tribunale di Roma, vi erano due giovani ragazze , accusate di estorsione e furto con strappo. Hanno preso di mira una coppia di americani dirette a Firenze, che erano visibilmente disorientati nella Stazione Termini. Si sono avvicinate, hanno preso le loro valigie e li hanno accompagnati al binario, oltretutto sbagliato: il treno andava da un’altra parte. Quando i turisti sono saliti sul vagone, i rom hanno preteso di essere pagati per il servizio reso. La coppia gli ha dato dieci euro. Ma ai rom non bastava, ed a quel punto uno degli americani gli ha dato 20 euro. I rom sono poi scappati via. I turisti li hanno poi denunciati alla polizia e due giovani ragazze rom sono state identificate in poco tempo.
Il processo – L’unico reato è stato il furto: in quanto, in base agli elementi raccolti, la mancanza di testimonianze precise e la dinamica confusa in cui si sarebbe svolta la vicenda, non hanno permesso di accusarle per estorsione. Considerando che entrambe le ragazze hanno diversi precedenti di polizia, ossia segnalazioni mai trasformate in arresto, e che tutti riguardano casi avvenuti nella zona di Termini, il pm d’udienza, Mario Pesci, ha richiesto per le imputate la custodia cautelare in carcere o, in alternativa, il divieto di dimora nel comune di Roma. Il giudice, però, ha deciso per una soluzione più morbida: una delle arrestate, la sola con la fedina penale appesantita da una condanna passata, è stata sottoposta all’obbligo di firma; l’altra, incensurata, è stata liberata.