Archiviato per il momento lo scandalo dei Parioli e le baby prostitute con le 8 condanne fino a dieci anni per Mirko Ieni, è di oggi la notizia che nel quartiere di Monteverde c’era chi addirittura chiamava direttamente a casa una delle ragazze per dirle quando e come incontrare i clienti. La ragazza, infatti, non avendo il cellulare, veniva rintracciata sul caro vecchio telefono fisso. Il fato, come riporta il “Messaggero” risale al gennaio scorso e ha per protagonista una quindicenne romana, finita in un giro di prostituzione analogo a quello del noto quartiere in della Roma bene di cui sopra. L’adescamento della ragazza è avvenuto attraverso un falso agente fotografico di Capena, che non si faceva problema a chiamarla a casa in quanto la ragazza non possedeva un cellulare personale.
Il protettore, che chiamava spesso a casa presentandosi tranquillamente con il suo nome, è stato denunciato alla fine dai genitori, quando si sono accorti delle intenzioni del “pappone”. Il tutto è stato possibile mettendo sotto controllo il telefono dell’abitazioni, determinando inequivocabilmente quale fosse il legame che legava l’uomo alla ragazzina. L’indagine successiva ha quindi portato a smascherare il finto fotografo e il giro di prostituzione da lui messo in piedi. Una scoperta però che ha messo i genitori di fronte al fatto che l’adolescente, nel frattempo, con il suo carattere fragile era diventata dipendente dalla droga e ribelle, tutto perché allettata dai facili guadagni che l’uomo le prometteva. Un legame morboso, quello fra il finto fotografo e la baby prostituta che la stessa ha cercato di difendere, in quanto soggiogata completamente dall’adulto. Insieme al protettore, sono state schedate ben trenta persone, clienti della giovane, di cui però questa ha detto di non conoscere i nomi. La ragazza ora alloggia in una casa famiglia, nella speranza che la situazione protetta le permetta di capire quanto accadutole.
Roma, 4 luglio