Roma, 9 luglio 2014 – Abituati ad una serie di record negativi e alle bacchettate di Bruxelles, finalmente una buona notizia per gli italiani e i lavoratori. Secondo un’indagine condotta dall’Inail per l’anno 2013, infatti, il numero dei decessi sul posto di lavoro è significativamente diminuito: solo 660, un dato che ci riporta indietro addirittura al 1954. Nello specifico, inoltre, ben 376 casi di decessi è avvenuto al di fuori della struttura aziendale, o durante il percorso tra l’abitazione del lavoratore e l’azienda, o viceversa, senza tralasciare quelli – i decessi – legati a mansioni hanno richiesto il ricorso ad un mezzo di trasporto ai fini lavorativi. Una relazione annuale, quella presentata dall’istituto, comprensiva anche dei 36 casi mortali, sottoposti a verifica giudiziaria per determinare quali siano da annoverare nella casistica suddetta e quali no. Ciò non toglie, sottolinea l’Inail, come la riduzione delle morti sul lavoro sia un dato evidente: confrontato lo stesso dato con quello del 2009, il numero dei decessi è sceso addirittura del 32%. Di contro, nell’ultimo anno, sono diminuite drasticamente anche le denunce ricollegabili ad incidenti mortali sul posto di lavoro: solo 1.175, che corrispondono ad una diminuzione dell’11,7% se si guarda al solo 2012.
In relazione al numero di infortuni, prosegue il report, ne sono stati “contabilizzati” e quindi riconosciuti 460 mila. I totale degli incidenti è stato causa di circa 11,5 milioni di giornate di inabilità, costo che naturalmente è stato sopportato dallo steso Inail. Nel comparto malattie, invece, l’Inail ha calcolato come nel suddetto periodo le denunce sono state ben 51 mila e 900. Un valore che nel corso degli anni è salito del 47% facendo riferimento solo all’ultimo quinquennio. Un aumento dovuto in parte anche alla rivisitazione delle tabelle riportanti le malattie professionali riconosciute, nello specifico a partire dal 2008. Nuove metodologie. Ad oggi, le nuove tabelle garantiscono una maggior efficienza nell’individuare aspetti patologici che inficiano le capacità operative e professionali dei lavoratori. Operai e/o dipendenti. Da questo punto di vista quindi sono anche aumentate le cosiddette cause di servizio. Nel 38% dei casi analizzati, riferisce l’Inail, queste sono state accolte, mentre solo il 3% sono in fase di dibattimento.