Roma, 14 luglio 2014 – I Cittadini di Settecamini e Case Rosse sono ancora spaventati per il colossale incendio che l’altro ieri si è verificato in Via Amaseno presso l’Azienda NIECO. Le prime agenzie di stampa hanno parlato in generale di un incendio in un deposito di Oli combustibili. In realtà si tratta del deposito della Società NIECO che, in via Amaseno n.46, recupera e smaltisce rifiuti speciali e pericolosi; così come dichiara la stessa azienda Nieco nel suo sito (1). Ma non si tratta semplicemente di oli né di piccole quantità. Il 19 aprile 2004 il Commissario ai rifiuti della Regione Lazio, Marco Verzaschi, rinnovava l’autorizzazione a trattare e smaltire in Via Amaseno, 46 – Roma,18.000 tonnellate/anno di rifiuti pericolosi con uno stoccaggio istantaneo di ben 1.300 tonnellate sempre di rifiuti pericolosi (2).
I COMITATI hanno denunciato i pericoli della Nieco già nel 2007 (3) preoccupati anche per la sua vicinanza allo stabilimento Basf a poche decine di metri. Allora i Comitati avevano chiesto alla Regione Lazio, con regolare accesso agli atti, tutta la documentazione necessaria senza mai avere risposta.
Ritorniamo all’incendio di ieri. I cittadini di Case Rosse e Settecamini, vedendo quella colonna di fumo si sono preoccupati ed hanno subito pensato che l’incendio interessasse lo stabilimento Basf. I cittadini vicini allo stabilimento invece hanno visto che non si trattava della Basf, ma comunque sono stati presi dal panico vista la vicinanza dell’incendio alle case e temendo che le fiamme si estendessero alla stessa Basf. In ogni caso sono rimasti tutti disorientati sul come comportarsi, perché mai nessuno si è preoccupato di informarli sui rischi di eventuali incidenti, né della Nieco né della Basf, quindi non sapevano se convenisse chiudersi in casa o scappare lontano.
L’incendio alla Nieco ha certamente disperso nell’aria molte sostanze tossiche e pericolose per l’ambiente, ma con molta probabilità anche sostanze cancerogene come il PCB, che la Nieco era autorizzata a smaltire.
I cittadini riusciranno a sapere cosa è successo realmente? Le Autorità stanno facendo gli opportuni accertamenti per verificare quali e quante sostanze pericolose e cancerogene erano stoccate al momento dell’incendio? La Magistratura ha aperto un’inchiesta? Ma, soprattutto, come mai vengono concesse autorizzazioni di questo tipo ad Aziende come la Nieco e la Basf in pieno centro abitato? Dobbiamo considerarci fortunati perché non si è verificato un effetto “Domino” al vicino stabilimento Basf? Le autorizzazioni rilasciate alla Nieco per lo stoccaggio istantaneo di 1.300 tonnellate di rifiuti pericolosi hanno tenuto conto del territorio densamente abitato ai fini della legge sul Rischio incidente rilevante? E’ stata fatta preventivamente una Valutazione di Impatto Ambientale? E’ stata rilasciata una Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dal momento che non è stata data risposta all’accesso agli atti dei Comitati? Cosa deve succedere di più grave di un incendio di tale portata per revocare queste autorizzazioni? Perché la stampa non è stata informata di ciò che è realmente accaduto?
I Cittadini di Settecamini e Case Rosse molto preoccupati per la loro salute attendono una risposta a queste domande.