Roma, 8 luglio 2014 – Dopo l’omicidio Fanella, in base ad un provvedimento della Procura di Roma, i Carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Roma e Potenza hanno sottoposto a fermo giudiziario tre indagati: Roberto Macori, Aniello Barbetta e Giovanni Plastino. Secondo le indagini, il terzetto sarebbe responsabile del tentato sequestro del cassiere di Mokbel – l’uomo ucciso il 3 luglio in zona Camilluccia – del 29 agosto del 2012.
I provvedimenti fanno seguito alle indagine dei Ros relative al mese di dicembre e dalla direzione distrettuale antimafia capitolina. Gli elementi a carico dei sospettati sono stati raccolti in collaborazione con il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Potenza, poi trasmessi per ragioni di competenza alla procura di Roma.
Il sequestro non andò a buon fine perché la vittima designata viaggiava in un veicolo diverso da quello previsto dal commando, eppure il mancato comportamento delittuoso ha indirizzato comunque i Ros nella direzione giusta, permettendo di acquisire gli elementi indiziari probanti ai danni sia di Macori, sia di Barbetta. Altri soggetti sono in fase di identificazione.
Circa le responsabilità. dalle ricostruzioni è emerso che Macori si sia fatto promotore del piano che avrebbe dovuto portare al sequestro di Silvio Fanella. Lo stesso Macori si sarebbe occupato infatti del reclutamento dei soggetti che avrebbero dovuto aiutarlo nel rapimento e di tutti gli aspetti organizzativi ad esso connesso. Gli uomini erano stati scelti all’interno di un gruppo di conoscenze che lo stesso sospettato aveva alimentato durante un periodo di detenzione presso la casa circondariale di Frosinone. Il movente del delitto è risultato riconducibile alla disponibilità di Fanella di ingenti somme di denaro, in parte reclamate da Macori e custodite dalla vittima in qualità di cassiere del gruppo Mokbel.
Il mancato comportamento delittuoso precedette quanto poi avvenuto nell’ottobre 2013, dove, a conclusione del primo grado di processo denominato ‘Broker’, Mokbel, Fanella e Macori vennero condannati rispettivamente a 15, 9 e 6 anni e sei mesi di reclusione. Pene che furono comminate ai tre imputati in virtù della vasta operazione di vasto riciclaggio internazionale realizzato attraverso le società Telecom Sparkle e Fastweb.
Poi, l’uccisione di Fanella del 3 luglio scorso e la richiesta dei Carabinieri del Ros, all’autorità giudiziaria romana di consentire la perquisizione di alcuni immobili riconducibili alla vittima, tra cui un’abitazione nel comune di Pofi (Fr). Abitazione all’interno della quale sono state rinvenute ingenti somme di denaro in valuta comunitaria e statunitense, per un ammontare complessivo di circa 422 mila euro. Ritrovate, nella medesima perquisizione, pietro preziose e alcuni orologi di pregio.