Roma, 12 luglio 2014 – Silvio Berlusconi subisce con amarezza la requisitoria del sostituto procuratore generale di Milano sul processo Ruby e la richiesta di rinvio a giudizio arrivata dalla procura di Bari per il “caso escort”. Almeno per ora, il leader di forza Italia tiene separate le sue vicende personali dal cammino delle riforme. Il patto del Nazareno, quindi, resta “blindato”: questo è quanto afferma il partito del Cavaliere. E per sottolineare la “responsabilità” di FI sul tema, si fa riferimento a quando, nei primi di febbraio, ossia una ventina di giorni prima della stipula dell’accordo, il Senato decise di costituirsi parte civile nel processo per la “compravendita dei senatori” senza che questo portasse alcuna conseguenza al mantenimento del patto.
Piano politico e piano giudiziario, quindi rimangono separati, anche se basta vedere ai prossimi giorni, per intravedere un pò di agitazione sul capitolo riforme. Sul decreto legge Boschi, l’aula di Palazzo Madama inizierà la votazione mercoledì mattina, mentre venerdì 18 luglio potrebbe arrivare la sentenza di appello con il rischio di una condanna a 7 anni di reclusione che oggi il sostituto pg di Milano, Piero De Petris ha confermato. Entrambe le date sono vicine e questo non passerà inosservato agli occhi dei senatori forzisti. Anche perchè, all’interno del gruppo azzurro a Palazzo Madama, i malcontenti sul testo Boschi rimangono, nonostante sia intervenuto ieri Denis Verdini. Ieri, due dei 22 senatori dissidenti, hanno espresso da un lato la loro fedeltà verso Berlusconi, dall’altro la loro necessità di un senato elettivo.
Processo Ruby, Berlusconi amareggiato: “Ma non rompo il patto sulle riforme” | ITMTelevision
13 Luglio 2014 @ 05:52
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