Roma, 17 luglio 2014 – Era il 2008, quando nell’ambito di uno sciopero generale, un popolo di artisti, studenti, precari, lavoratori aveva riaperto il teatro Volturno, un’ edificio storico nel centro di Roma, liberandolo dallo stato di abbandono in cui versava a causa di una speculazione immobiliare che voleva trasformarlo in una Sala Bingo.
Un’operazione messa in atto dalla prefettura di Roma, che ha impiegato una decina di blindati, oggi ha messo la parola “FINE” a tutto questo. Questa volta però a far compagnia a Digos e alle forze dell’ordine c’era una squadra di operai con martelli, mazze e picconi, con l’ordine di distruggere tutto e rendere inagibile la struttura. Un’ora di lavoro basta a demolire 6 anni di autonomia e cultura indipendente. La sala teatro, la cucina, i bagni, i laboratori, le pareti con murales di molti street artists, le attrezzature: nulla è stato risparmiato.Non resta che un cumulo di macerie. Al termine dello sgombero i locali sono stati riconsegnati alla proprietà, che secondo alcuni degli occupanti sarebbe “la Ferrero Cinema”, del nuovo patron della Sampdoria, l’imprenditore romano Massimo Ferrero.
L’intervento di polizia e carabinieri si è svolto senza incidenti, anche perchè all’interno dello stabile non c’era quasi nessuno, ma non mancano le polemiche. I movimenti di lotta per la casa hanno deciso di manifestare contro lo sgombero con due cortei, uno da Porta Pia e l’altro da Piazza dell’Indipendenza (fissato per domani alle 18). “Abbiamo indetto un grande corteo cittadino che rilancerà, parlando di diritto alla città e invitando a riconquistare immediatamente tutto ciò che ambigui comitati d’affari stanno rubando a tutte e a tutti con il solito gioco di intrallazzi politici, sdoganati dal governo Renzi attraverso il mantra dei sacrifici (sempre a senso unico), lo strumento dell’infame articolo 5 della legge Lupi e lo slogan padronale “Ce lo chiede l’Europa”“, tuonano i Movimenti che hanno anche parlato di “una nuova mattina di violenza e repressione“. “Lo sgombero del Volturno è solo il preludio a un’estate di operazioni come questa. Ma è davvero grave – concludono – che tutto sia avvenuto all’indomani di una serie di incontri interistituzionali nei quali è stato riconosciuto l’indiscutibile stato di emergenza sociale e abitativa in cui versa Roma“.