Roma, 21 luglio 2014 – Un addetto alle spedizioni è stato ricoverato presso l’ospedale di Santo Spirito per un sospetto caso di legionella all’aeroporto di Fiumicino. L’uomo potrebbe aver contratto la malattia colpa l’acqua contaminata. AdR – Aeroporti di Roma – insieme all’Agenzia delle Dogane e ai Monopoli ha quindi disposto misure cautelari a tutto il personale nell’uso dell’acqua. La notizia è stata diramata questa mattina dal Messaggero.
Il rischio – Data la particolare capacità di diffusione dell’infezione polmonare, il noto quotidiano nazionale, nella lettera citata, spiega come “a seguito di colloqui telefonici con tecnici dell’Arpa Lazio Roma, allarme legionella all’aeroporto di Fiumicino risulterebbe presente una contaminazione da legionella nell’impianto idrico presso l’edificio comune di Cargo City“.
L’acqua – La comunicazione informa di “evitare l’uso dell’acqua per le abluzioni ed evitare gli asciugatori a getto d’aria. In caso di lavaggio, usare il sapone e asciugare subito con salviette di carta. E non bere dai rubinetti“. Le procedure sono state rese indispensabili a cautela del personale e a garanzia di “un intervento di sanificazione“. Al momento i controlli dell’Arpa, però, non hanno confermato la presenza del batterio incriminato.
Il batterio – Una polmonite di gravità talora letale scoperta nell’estate del 1976. I primi casi riguardarono dei veterani della American Legion, che si erano riuniti in un albergo di Filadelfia. In quell’occasione, morirono 34 persone e 221 furono contagiate sulle oltre 4000 presenti.
La malattia è causata da un batterio isolato per la prima volta nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani della American Legion allora soggiornavano, a dimostrazione che le condizioni migliori per proliferare si annidano proprio nell’acqua. Caratteristica per cui è fondamentale un intervento immediato delle autorità sanitarie per isolare il batterio in questione.