Roma, 10 luglio 2014 – Imponevano salate tangenti – dai mille ai duemila euro – ai rom del campo nomadi di via Salone, nel quartiere Settecamini di Roma, e in cambio davano loro un “tetto” sotto cui vivere. Due vigili urbani di Roma Capitale – gli appuntati Massimiliano Fanucci e Franco Proietti – sono stati accusati di concussione e a ottobre si terrà il processo a loro carico. A muovere le accuse il pm Maria Cordova, che nel capo di imputazione li aveva descritti come due agenti abili nell’ utilizzare la propria funzione al fine di estorcere denaro agli abitanti del campo.
Accanto ai due uomini, sul banco degli imputati ci sarà anche la rom Lenuta Baldovin Tomescu, soprannominata Alina, amica stretta di Fanucci. La donna infatti ha amministrato per anni un giro di prostituzione e pare che facesse anche da mediatrice nella riscossione dei soldi per l’assegnazione delle baracche, soldi poi divisi equamente tra i tre imputati.
L’inchiesta, partita da una denuncia della municipale stessa, ha chiamato a testimoniare i nomadi che abitano nel campo, i quali hanno sporto denuncia nei confronti dei vigili corrotti: «Tutti qua sanno che tra Alina e il vigile Massimiliano c’è un rapporto stretto», aveva confessato una romena senzatetto, «Tanto che lei poteva permettersi di avere un atteggiamento arrogante con gli altri residenti del campo, sentendosi il potere di decidere di far spedire altrove chi non si fosse adeguato». A chi si rifiutava di pagare venivano rivolte pesanti minacce.
Il Comune di Roma, costituitosi parte civile, chiede i danni all’immagine. I due vigili pretendevano il denaro, abusando del loro potere, da tutti gli inquilini del campo nomadi. Nessuno escluso. L’autorità giudiziaria ha accertato che la maggior parte delle famiglie sfruttate sono poverissime e riescono a malapena a racimolare i soldi del pizzo da pagare.