In base ai dati presentati dall’Aci, Automobile club Italia, il traffico di Roma del costa alle tasche dei cittadini, qualcosa come due miliardi di euro l’anno. Un costo che, nello specifico, va dai 700 ai 1000 euro quello stimato dall’Aci, sia che ci si muova con i mezzi pubblici, sia che ci si muove con il proprio mezzo privato. I dati sono stati raccolti prendendo in considerazione 6 fra le città più importanti e popolate della penisola, con il giudizio sulla viabilità romana che forse sembrerà scontata per i più: “Roma una città bella ma invivibile”. Il dato più allarmante? Un romano passa in media almeno tre giorni all’anno imbottigliato nel traffico.
Nello specifico, se si guarda quindi solo alla Capitale il costo della congestione è di oltre 2 miliardi di euro ogni anno, che suddiviso per il numero degli automobilisti fa 1.005 ciascuno. Il prezzo scende, invece, per pendolari e fruitori del trasporto pubblico locale, dove l’accollo è – si fa per dire – di soli 722 euro per singolo utente. Anche qui, sono almeno tre i giorni persi nel traffico. Un risultato così negativo, spiega l’Aci, colpa del record di automobili presenti sul territorio, dove a Roma, sono 60 ogni 100 abitanti, di fronte a una media europea che non arriva a 40 (36 a Londra, 35 a Berlino e 32 a Madrid.
Il dato negativo sul traffico, naturalmente, incide anche sul tpl di Roma, che da questo punto di vista si trova solo al 20 esimo posto della classifica europea relativa al servizio, con i suoi 41,5 km appena di metropolitana – pochi rispetto alla media dell’Unione anche qui. Un dato che si misura con il numero di passeggeri che transitano attraverso di essa, solo 309 milioni contro i 424 milioni di Milano e addirittura 1 miliardo e 524 milioni di Parigi.
Le soluzioni proposto dall’Aci: “Le principali città italiane” ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci “pagano un altissimo spread-mobilità nei confronti degli altri centri europei a causa di traffico, incidenti e inquinamento. La ricetta dell’Aci è un progetto speciale nazionale per la mobilità urbana: 50 miliardi di euro in 10 anni, nuove regole, controlli efficaci e incentivi per le amministrazioni virtuose. L’80% dei fondi dovrà essere destinato a colmare lo spread infrastrutturale e di offerta del nostro trasporto urbano pubblico, il restante 20% coprirà gli investimenti per la messa in sicurezza dei punti critici, la promozione di servizi di car e bike sharing, il rinnovo del parco veicolare con l’introduzione di veicoli elettrici, la realizzazione di piste ciclabili e l’introduzione di tecnologie per la smart mobility”.
Di seguito la risposta dell’Assessore alla Mobilità Guido Improta che, pur ammettendo “una situazione allarmante” riferisce che la Capitale sta facendo dei significativi passi in avanti formalizzando “una risposta strutturata” alla problematica. Scrive infatti Improta in un comunicato: “L’Amministrazione si è mossa fin da subito per fornire una risposta forte e strutturata a queste criticità: dall’approvazione del Piano Generale del Traffico Urbano (Pgtu) alle misure per la sicurezza stradale e per limitare il traffico veicolare privato”. Il Pgtu approvato il 28 marzo scorso è stato studiato, dice il comunicato “per garantire una migliore mobilità sostenibile a tutta la città, non solo nel centro storico, attraverso l’efficientamento del TPL, l’estensione delle ZTL, la revisione della sosta tariffata, la diffusione delle isole ambientali per la promozione della mobilità pedonale e ciclabile”. Particolare attenzione sarà rivolta proprio in quest’ottica al potenziamento del car-sharing e del bike-sharing a pedalata assistita.
La sicurezza stradale: “Secondo le informazioni in possesso di Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, relativi al 2012, gli indici di esposizione al rischio registrano 598 incidenti, 5,8 morti e 783 feriti ogni 100.000 abitanti, per un costo di 484 euro per abitante. Se è vero che nel 2012, rispetto al 2011, risultano in diminuzione gli incidenti, soprattutto quelli mortali (-17%), così come il numero di morti (-17%) e feriti (-14%), si registrano condizioni ancora critiche per i pedoni, che continuano a riguardare il 36% dei decessi (+27%), e per i ciclisti (+9%). Ed è per questa ragione che nel PGTU è stata riservata grande attenzione al tema della sicurezza stradale con l’obiettivo di rispettare l’impegno con la UE di dimezzare, nel 2020, i morti sulle strade rispetto al 2012”.
La consulta cittadina quale possibile provvedimento: “l’istituzione della Consulta cittadina sulla sicurezza stradale e la proposta di delibera che ho presentato il 4 giugno scorso insieme al Consigliere Dario Nanni. Il testo contiene diverse iniziative quali, ad esempio, l’adesione di Roma Capitale alla proposta di legge per l’introduzione del reato di omicidio stradale, l’installazione della scatola nera sui veicoli, istituzione di zone 30, la realizzazione di attraversamenti pedonali rialzati, di percorsi ciclabili su strada, ciclovie e la graduale sostituzione dei guardarail”.