Roma 16 luglio 2014 – La mattina del 16 luglio 1982, il maresciallo Valerio Renzi si stava recando presso l’ufficio postale di Lissone per ritirare la corrispondenza, non poteva immaginare la tragica sorte che lo attendeva.
Renzi era bordo della sua Aletta di servizio, ad attenderlo un commando terroristico delle Brigate Rosse, appena la vettura svoltò un angolo fu bersaglio di numerosi kalashnikov provenienti da ogni lato della strada, a completare l’opera fu un altro membro che finì il maresciallo a colpi di pistola.
La notte stessa l’attentato fu rivendicato tramite un comunicato a varie testate giornalistiche, citando le seguenti parole:
“BRIGATE ROSSE, colonna Walter Alasia, rivendichiamo l’esecuzione del Maresciallo Renzi nel corso di un’operazione di esproprio proletario”.
I terroristi furono rintracciati casualmente, qualche giorno dopo, infatti, si trovavano in una gelateria mentre discutevano del prossimo esproprio proletario. Alcuni poliziotti in borghese notarono che uno di loro aveva una pistola, così fecero per chiedergli se possedeva un porto d’armi, il brigatista fece per prenderlo, invece prontamente cerco un’altra pistola ma uno dei tre poliziotti sparò prima di lui neutralizzandolo.
Valerio Renzi aveva 44 anni, lasciò la moglie e due bambini, che ricevettero la tragica notizia mentre erano in vacanza a Breassanone.