Roma, 2 agosto 2014 – Allattare al seno protegge il cuore dei neonati e l’insorgere per gli stessi di problemi cardiaci in età adulta. Nutrirsi con il latte materno per almeno tre mesi, infatti, riduce nel lungo periodo i l’insorgere di problemi cardiovascolari e metabolici. Questo è reso possibile grazie alla riduzione di una proteina chiamata Crp. E tale riduzione più efficace nella riduzione delle statine più di quanto riescano a fare i farmaci più comunemente utilizzati. È quanto emerge da una ricerca della Washington University, negli Usa, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. Gli studiosi sono arrivati a questa conclusione analizzando i dati dello US National Longitudinal Study of Adolescent Health: le persone sono state analizzate e monitorate per un lungo periodo di tempo attraverso la somministrazione di questionari, analisi del sangue e misurazione della proteina incriminata, Crp.
Lo studio sui gemelli – Nello specifico attraverso il monitoraggio di una coppia di gemelli, uno allattato al seno e l’altro che non aveva invece potuto ricevere il latte della mamma, hanno portato gli studiosi a determinare come l’effetto dell’allattamento è molto più forte di quello dei farmaci nel ridurre il rischio cardio-vascolare. Alla promozione dell’allattamento al seno per un maggior benessere dei bambini è dedicata anche la «World Breastfeeding Week» dell’Oms, in corso fino al 7 agosto in 170 Paesi