La bomba atomica su Hiroshima prima, Nagasaki tre giorni dopo, era una mattina del 6 agosto 1945, la Guerra era oramai ai sgoccioli, ma gli americani avevano ancora voglia di mostrare i muscoli, avevano l’appetito di sperimentare un ordigno distruttivo per qualsiasi essere vivente, che cambiò la vita del Giappone.
Prima degli Stati Uniti, già un’altra potenza si era interessata allo studio di questa arma terrificante, era la Germania nazista di Hitler, ma non riuscirono a completare il progetto perché mancava un nesso per favorire la reazione nucleare. Una troupe di scienziati, emigrati in America per espandere le loro ricerche, riuscì a completare l’opera, il lavoro fu commissionato dagli Stati Uniti. Ebbe l’intuizione giusta un nostro connazionale: Enrico Fermi.
Il 6 agosto 1945, su Hiroshima fu sganciata la bomba atomica “Little Boy”, tre giorni dopo su Nagasaki fu il turno di un’altra bomba, chiamata “Fat Man”. Le bombe provocarono quasi 200.000 morti, gli edifici delle città erano devastati, le radiazioni deformarono per sempre l’aspetto di molte persone, rendendogli la vita impossibile a causa di mutilazioni. Il Giappone pagò le conseguenze delle radiazioni per generazioni, per anni nacquero figli deformati vittime di un bombardamento senza senso.
La Seconda guerra mondiale era oramai ai sgoccioli, in Europa era già finita, Hitler e Mussolini erano defunti, il Giappone doveva ancora firmare la resa, ma prevedibilmente sarebbe arrivata a distanza di poco tempo, visto che i giapponesi combattevano ormai più con l’orgoglio patriottico che con le armi.
La bomba atomica non rientra nei crimini contro l’umanità, perché?
D’altronde gli americani erano amanti dei bombardamenti, ricordiamo che anche l’Italia fu sventrata dalle bombe, migliaia di civili inermi furono colpiti da una pioggia mortale, a Roma si registrarono 3.000 morti in una notte. Per rimanere in tema ricordiamo anche il bombardamento di Dresda, in Germania, 35.000 morti civili e nessun riconoscimento come crimine di guerra.
Roma, 6 agosto 2014.