Roma, 6 agosto 2014 – Sembra non riuscire a giungere a conclusione l’annosa questione del TMB. Mentre qualcuno ne ha fatto campagna elettorale, Fabio Cannella, già in tempi non sospetti, esprimeva pubblicamente il suo dissenso rispetto alla costruzione del TMB su un’area di falda inquinata per i gravi danni che ne ha comportato. Era il 19 aprile, apertura della campagna elettorale, quando l’allora candidato Sindaco Cannella scriveva in merito al TMB, una lettera aperta e pubblica, al capogruppo del PD al Consiglio regionale, Marco Vincenzi che “oltre all’inquinamento di falda che ne dovrebbe impedire i lavori, poiché attuati in un’area dove per la caratterizzazione in atto non si dovrebbero nemmeno attuare movimenti di terra per non alterare le matrici”, e che “la Soprintendenza della Direzione Regionale per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Mibac con ordinanza prot. 9711 del 31.3.2014 ha ORDINATO in via cautelativa la sospensione dei lavori dichiarando gli atti autorizzativi illegittimi per mancanza del parere paesaggistico, che è obbligatorio per Legge e non sanabile in secondo tempo, la stessa mancanza di parere paesaggistico per il 6° invaso che ha fatto mettere sotto sequestro da parte della Guardia Forestale la discarica all’Inviolata e che ora, insieme al TMB, è sotto la lente del mirino della Magistratura“.
Una vittoria della legalità – “Da prima della campagna elettorale la nostra posizione in merito al Tmb e in generale, sul futuro della discarica dell’Inviolata, è stata chiara. E’ evidente che le conseguenze dell’inquinamento di falda idrica, della discarica, del TMB e del nuovo invaso a servizio dello stesso, in fase autorizzativa essendo aperta la conferenza di servizi in Area Via della Regione Lazio, ricadono sul limitrofo territorio del Comune di Fonte Nuova. Anche per questo in aprile scrissi al capogruppo Vincenzi chiedendogli di attivarsi per promuovere, in attesa delle verifiche sulle procedure autorizzative che stanno effettuando gli uffici competenti, di compiere tutti i passi necessari affinché si desse corso realmente con atto dovuto da parte delle istituzioni regionali alla sospensione ordinata dal Mibac ,ai sensi del Principio di Precauzione che con l’art. 301, secondo comma, d.lgs. 152/2006 fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici” . Lo stop al Tmb, arrivato il 4 agosto, è una vittoria della legalità.