Giuseppe Cangiano fu un commissario della Polizia di Stato, ricordato come una delle prime vittime a cadere sotto le violente manifestazioni durante il Biennio Rosso.
Giuseppe Cangiano nacque a Cittaducale, vicino a Rieti, il 6 settembre 1875, dopo il 1905 si trasferisce a Firenze, dove prosegue la sua carriera in polizia. Nel 1907 si sposò con Argia Cipriani, figlia dello scultore Adolfo Cipriani, dall’unione nacquero tre figli.
Il 29 agosto 1920, Cangiano si occupò a sciogliere un corteo non autorizzato nell’allora piazza Vittorio Emanuele, oggi piazza della Repubblica. La manifestazione fu organizzata da membri del Partito Socialista, infatti, si viveva il periodo del Biennio Rosso, quando i socialisti in Italia provarono a cavalcare l’onda della Rivoluzione bolscevica che proveniva dalla Russia. Anche in Italia si creò un certo terrore, che passava dalle fabbriche alle campagne, tra scioperi e scontri il paese visse una paralisi economica e produttiva.
Il 29 agosto 1920 Cangiano si trovò a prestare il proprio servizio tra vari manifestanti, quando a tradimento fu colpito dietro la nuca da una bastonata, tramortito, fu presto raggiunto da un proiettile in volto, una volta a terra senza sensi, gli fu sparato un secondo colpo in testa.
Inutili i soccorsi, Giuseppe Cangiano morì in breve tempo, fu una delle prime vittime di quel violento Biennio Rosso.
Roma, 29 agosto 2014.