Oggi il nome di Nazario Sauro è ricordato in tutte le grandi città tra piazze e vie, a suo tempo fu una delle figure di maggiore spicco nel panorama dell’irredentismo istriano, partecipando e diventando protagonista di numerose missioni militari.
Nazario Sauro era già un abile navigatore prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale, maturò l’esperienza di cospiratore quando aiuto l’Albania a lottare per la sua indipendenza.
A spingere Sauro a un tenace irredentismo istriana, fu il fatto che lui nacque a Capodistria, conosceva bene il territorio, aiutando così l’esercito italiano a penetrare nelle coste durante il conflitto, ma Sauro conosceva ancor di più l’italianità che aveva nel cuore lui e gli abitanti di Istria, Dalmazia e Fiume. Testimone è il nome che diede ai suoi figli: oltre a Albania, in onore delle missione che svolse per l’omonimo paese, chiamò gli altri Nino, in onore di Nino Bixio, Libero, Anita, come Anita Garibaldi, e Italo.
Nel 1915 è stato notevole il suo contributo in aiuto al terremoto che devastò la Marsica, ad Avezzano ancora è conservata una lapide a lui dedicata, e un’altra è in via dei Serpenti a Roma.
Dopo innumerevoli missioni, Nazario Sauro fu catturato dalla Marina austriaca di Pola, che lo condannò a morte per tradimento, impiccandolo nelle carceri militari di Pola il 10 agosto 1916.
Nel 1935 fu eretto in monumento in suo onore, una bella opera scolpita da Attilio Selva e progettata dall’architetto Enrico Del Debbio, ma il disprezzo slavo nei confronti degli italiani portò al suo smantellamento, fondendo i materiali ricavati.
Nel 1966 ci ha pensato Trieste a rinnovare il ricordo di Nazario Sauro, dedicandogli un monumento in piazzale Marinai d’Italia, scolpita da Tristano Alberti, sotto l’incisione: Nazario Sauro figlio dell’Istria Eroe d’Italia.
Il monumento barbaricamente andato distrutto.
Roma, 10 agosto 2014.