La Strage di Piazzale Loreto avvenne il 10 agosto 1944, quando quindici partigiani furono trucidati dalle SS naziste, che espose brutalmente i cadaveri nella piazza. La maggior parte dei partigiani uccisi provenivano dalle Brigate Garibaldi e Matteotti.
Il periodo della guerra civile italiana è stato il più triste della nostra storia, ma anche uno dei più misteriosi, anche i motivi che portarono alla Strage di Piazzale Loreto non sono del tutto chiari, le tesi, per il momento restano due.
Una prima tesi, vuole che i tedeschi prepararono la strage per diffondere terrore nei movimenti partigiani, le SS avevano occupato degli edifici di Milano, dove ormai sostavano, e volevano essere sicuri di trovare strada libera nel caso di una ritirata verso il Brennero. Questa è la versione sostenuta dai partigiani e dal Tribunale Militare di Torino, che si pronunciò nel processo Saevecke, il boia di Piazzale Loreto, il maggiore responsabile non solo della strage, ma anche di altre torture.
Un’altra tesi, sostenuta invece dai nazisti, fu quella di una rappresaglia in seguito di un attentato subito in viale degli Abruzzi, così entrò in vigore il bando Kesseiring, cioè dieci italiani fucilati per ogni tedesco ucciso. La tesi è sempre stata respinta dai partigiani, ma resta tutto aperto, anche perché non mancano altre storie simili gettate nell’ombra del mistero.
Comunque sia a pagare con la vita furono quindici italiani, tutti partigiani prelevati dal carcere, sembra che a fucilarli furono i fascisti della legione Ettore Muti, su ordine tassativo di Saevecke e le sue SS. Non bastò la fucilazione, le SS volevano raggiungere il picco del macabro, e i cadaveri furono esposti a Piazzale Loreto come immondizia, con dei cartelli sopra per umiliarli ulteriormente.
La vicenda fu talmente triste che toccò anche il Prefetto della città Piero Parini, che inviò un messaggio a Mussolini per avvertirlo delle barbarie : “… il modo della fucilazione era stato quanto mai irregolare e contrario alle norme. I disgraziati non avevano neppure avuto l’assistenza del sacerdote, che non si nega neppure al più abbietto assassino”, il Prefetto continuava confermando la tesi della rappresaglia: “ … Alle mie rimostranze, i comandanti nazisti hanno risposto tutti allo stesso modo: l’esecuzione era stata un’applicazione del bando del Maresciallo Kesselring”, nel resto del testo era descritto che il gesto aveva indignato la popolazione locale, accentuando un certo odio contro le SS, un odio che si rivoltò contro Mussolini e compagni quando furono fucilati e portati nella stessa piazza. Chissà se Mussolini si poteva aspettare tanta rabbia nei confronti del suo cadavere, preso a calci e sputi, accanto a lui Claretta Petacci, colpevole di essere la sua amante. Quando Mussolini fu informato da Parini, comunicò all’ambasciatore tedesco Rudolf Rahn le seguenti parole: “I metodi utilizzati dai militari tedeschi erano contrari ai sentimenti degli italiani e ne offendevano la naturale mitezza”, ma si sbagliò, perché neanche un anno dopo gli toccò una sorte peggiore.
Il boia di Piazzale Loreto in tutto ciò la fece franca, dopo la guerra collaborò con i servizi segreti statunitensi, fu processato e condannato all’ergastolo soltanto nel 1999, ma non fu estradato e non pagò nessuna pena, morì all’età di 93 anni nel 2004.
Roma, 10 agosto 2014