Roma, 8 agosto 2014 – Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello presentato da due esercizi commerciali di piazza Navona “in seguito alla determina dirigenziale del I Municipio in cui si stabiliva l’immediato ripristino dello stato dei luoghi, per tavolini e sedie posizionate all’aperto, per i locali siti nella storica piazza e privi di autorizzazione“. A dirlo in una nota il Campidoglio. “Il Consiglio di Stato ha poi fissato una nuova discussione in sede di camera di consiglio collegiale il 26 agosto prossimo“.
“Il decreto del Consiglio di Stato – prosegue la nota – giunge proprio all’indomani dell’accordo siglato tra l’associazione degli esercenti di Piazza Navona, l’amministrazione capitolina e il I Municipio che prevede il rispetto del Piano di massima occupabilità ed offre le procedure semplificate per il rilascio del titolo concessorio. Il procedimento obbliga gli operatori sprovvisti di titolo di Occupazione di suolo pubblico a presentare domanda propedeutica al Municipio, in seguito alla quale gli uffici rilasciano un titolo provvisorio. Entro 45 giorni da tale domanda gli operatori dovranno richiedere il titolo definitivo. La domanda di concessione deve essere completa di progetto, secondo quanto previsto dal piano di massima occupabilità. Dal giorno della presentazione il Municipio avrà 45 giorni di tempo per indire la Conferenza dei servizi, valutare la domanda e concedere il titolo definitivo di concessione. A questo accordo potranno fare riferimento anche le due società che si sono appellate al Consiglio di Stato“.
“È stato respinto dal Consiglio di Stato l’appello dei bar di piazza Navona contro la precedente ordinanza del TAR Lazio – dice il Codacons – Il Consigliere delegato dal Presidente della quinta sezione Amicuzzi, accogliendo le tesi del Codacons, ha ritenuto insussistente il danno grave e irreparabile vantato dalla società che gestisce il bar davanti all’ingresso dell’area archeologica dello Stadio di Domiziano. Intanto il Codacons ha appreso di un presunto accordo fatto tra gli esercenti ed il Comune di Roma e ha diffidato oggi il sindaco Marino a non concludere accordi senza sentire i cittadini che sono i primi fruitore delle piazze storiche della capitale“.