Roma, 8 agosto 2014 – “Con riferimento alle vicende relative alla gestione del Teatro Valle, Roma Capitale ha individuato quale soluzione funzionale ed efficace al rispetto delle finalità del Teatro stesso il conferimento all’Associazione Teatro di Roma, certi che questa sia il soggetto attuativo più adeguato per la storia, le qualità culturali e gli strumenti istituzionali che la caratterizzano“. Così Giovanna Marinelli assessore alla Cultura, creatività e promozione artistica di Roma Capitale, in una lettera indirizzata al Teatro di Roma e al presidente Marino Sinibaldi sulla questione dell’affidamento del Teatro Valle all’Associazione teatro di Roma.
“Tale decisione, che avviene in piena conformità con il protocollo d’intesa approvato tra il ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale, sarà effettiva a partire dal momento in cui si verificheranno le condizioni previste per rendere lo stesso disponibile, libero da persone e cose, nella giornata di lunedì 11 agosto 2014. Con il conferimento all’Associazione Teatro di Roma questa stessa si farà carico dell’elaborazione di un progetto di valorizzazione del Teatro Valle all’interno del quale, per indicazione di Roma Capitale, dovranno essere contenuti anche quegli elementi positivi frutto dell’esperienza elaborata in questi anni dall’Associazione Fondazione Teatro Valle Bene Comune. Certi – conclude – che l’assetto gestionale così definito prefiguri le migliori condizioni possibili per il rilancio di un’istituzione culturale pubblica dal grande valore nazionale e centrale nelle strategie di sviluppo future della nostra Città“.
“La prima cosa è che sono molto contenta che Bray, Settis e quanti hanno firmato l’appello apprezzino il lavoro che è stato fatto dai ragazzi del Valle, l’abbiamo talmente condiviso che gli abbiamo dato l’opportunità di proseguire la loro esperienza nell’ambito delle attività del teatro di Roma. Quindi, mi sembra che concordiamo tutto. Quello che è molto importante è che il quadro della legalità come edificio Valle sia ricondotto dove deve essere ricondotto: quindi la loro esperienza prosegue e il teatro di Roma è nelle condizioni di iniziare i lavori con la sovrintendenza di Stato. Io credo che questo sarebbe un vero danno, perchè a quel punto loro non hanno più un’offerta così significativa per lo sviluppo culturale di quel progetto e noi non abbiamo la possibilità di restaurare il teatro e consegnarlo“.