Roma, 5 agosto 2014 – Ricordate le leggi razziali e le origini culturali del Terzo Reich? Sembra passato così tanto tempo eppure ci sono ancora… solo a milioni di km da noi. In Africa, infatti, ci sono molte nazioni, in cui l’omosessualità è vietata e punita dalla legge come la Nigeria e i paesi con legge islamica. Tale intolleranza arrivava ad un a in Uganda, a dicembre del 2013 quando il parlamento approvava una legge che prevedeva l’arresto per gli omosessuali, con il carcere fino a 14 anni, ma anche fino all’ergastolo nel caso di “omosessualità aggravata”, intesa come recidiva, e che imponeva l’ obbligo di denunciare le persone omosessuali. E a febbraio 2014 il presidente la firmava.
Numerosi governi occidentali hanno lottato per una riforma di questa legge, fino a minacciare di ritirare i loro aiuti a questa nazione,, John Kerry , il segretario di stato statunitense, l’aveva paragonata alla legislazione antisemita dell’epoca nazista. Forse anche per questo è scomparsa la pena di morte (per alcuni specifici casi) presente nella prima bozza della legge.
Il primo agosto la legge è stata annullata dalla corte costituzionale, poiché era stata approvata, a dicembre 2013, dal parlamento, senza il quorum necessario, quindi, in modo anticostituzionale. Annullata la nuova, rimane la vecchia legge che prevede ugualmente la detenzione e l’omosessualità considerata illegale, ossia, contro la legge, quale? Quella che la definisce illegale… molto popolare in Uganda, dove tanti religiosi cristiani e politici affermano che sia necessario impedire agli omosessuali occidentali di “reclutare” bambini ugandesi…” (Repubblica.it, 24 febbraio). Così gli attivisti che fin dal 2009 fanno sentire la loro voce a favore di una legge per i diritti degli omosessuali sarebbero adesso ufficialmente contro la legge o fuori legge e non per una riforma di legge che consideri i loro diritti.