Roma, 26 settembre 2014 – “Una battaglia giusta, per tutelare il posto di lavoro di centinaia di persone e per difendere il diritto ad un servizio di qualità per milioni di cittadini romani utenti di Acea. Chiediamo al Sindaco Marino di agire rapidamente compiendo un atto coraggioso e giusto, di esempio per tutto il paese: sospendere il bando“. A chiederlo Enzo Triolo – Rsu Cisal Comunicazione di E-Care Roma. “La deriva degli appalti al massimo ribasso, con il conseguente trasferimento di centinaia di posti di lavoro fuori dai nostri territori da parte delle pubbliche amministrazioni e delle municipalizzate, è frutto di un vuoto normativo che determina un abuso e un utilizzo fraudolento delle leggi vigenti. Alle pubbliche amministrazioni e alle municipalizzate che sfruttano tale vuoto per alimentare la corsa al risparmio, a discapito della qualità dei servizi, chiediamo di tenere conto delle dichiarazioni di Teresa Bellanova, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, che ha denunciato il 6 agosto le pratiche di delocalizzazione“.
“Il sottosegretario – continua Triolo – ha ammonito proprio le Pubbliche Amministrazioni, invitandole a frenare il ricorso alle gare al massimo ribasso e promettendo interventi a breve termine da parte del governo in tal senso. Se così fosse, basterebbe una semplice circolare del Ministero del Lavoro ed Acea si troverebbe ad affidare il servizio in una situazione di effettiva illegalità, che sarebbe poi necessario sanare ripetendo le procedure di appalto. Ecco perché chiediamo di sospendere il bando, ora! Ricordo al Sindaco che una cosa del genere è avvenuto per i contratti a progetto, altro inqualificabile sopruso subito per anni dai lavoratori dei call center. Contratti a progetto erano legali ma abusati ed utilizzati in maniera fraudolenta, tanto che, nel 2006, il Ministro Cesare Damiano produsse una circolare per obbligare le aziende a trasformare i rapporti di lavoro discontinuo in contratti di tipo subordinato a tempo indeterminato“.
“È un film già visto che deve convincere il Sindaco della Capitale ad intervenire contro una tendenza ormai insostenibile, quella del prezzo delle cose come unico criterio – conclude Triolo – Perchè non può intervenire? Una società quotata in borsa ha un azionariato. Il 51 % di Acea è del comune. Che cosa se ne fa della sua posizione di maggioranza, il comune, se non può decidere sulle scelte di Acea? Soprattutto se si tratta di scelte che, peggiorando il servizio di assistenza ai propri clienti, spingeranno gli utenti a passare in massa alla concorrenza, con una perdita di valore del titolo, a danno del Comune stesso e di tutti gli azionisti. L’annullamento in via di autotutela per Acea di una procedura di gara discutibile, su pressione del Comune di Roma, è l’unica soluzione inoltre per evitare una raffica di ricorsi e per anticipare gli imminenti interventi in tema di appalti al massimo ribasso già programmati dal Ministero del Lavoro“.