Roma, 19 settembre 2014 – Danilo Cataldi è nella lista dei non convocati in vista della sfida Genoa – Lazio e questo a causa di un infortunio all’adduttore della coscia. In questo periodo di guarigione ha rilasciato un’intervista alla radio ufficiale della società: “Il bilancio fin qui è buono, al di là del risultato di Milano che è bugiardo. Abbiamo creato molto, ma non siamo riusciti a concretizzare e loro ci hanno puniti. È mancata un po’ di cattiveria da parte nostra. Poi abbiamo preso gol evitabili come quello sugli sviluppi di una nostra rimessa, poi il rigore dubbio. Mentre con il Cesena siamo stati più concreti. Il mister ci martella molto sul fatto di fare la partita sia in casa che fuori. È normale, di solito se hai una difesa solida è più facile portare a casa il risultato soprattutto in Italia. Pressare sempre credo però sia il modo migliore per portare a casa risultati importanti. La Lazio può competere con tutte le squadre del campionato italiano, poi ogni gara è a sé”.
Domenica la sfida contro il Genoa, un vero tabù per i biancocelesti: “Sappiamo le difficoltà che andremo ad affrontare. Al di là del tabù è comunque un avversario difficile. Poi il campo dirà chi sarà il migliore, ovviamente speriamo noi. È ancora prematuro guardare la classifica. Magari tra 5 o 6 partite si potrà capire quale sarà il reale valore delle squadre del campionato”.
Per Cataldi quello di questa estate è stato il secondo ritiro con la prima squadra: “Con Petko si correva 40 volte di più (ride, ndr), ma questo ritiro l’ho affrontato in maniera diversa con più maturità. L’anno scorso poi sono stato solo ad Auronzo, mentre quest’anno l’ho fatto tutto. Con mister Pioli mi trovo benissimo, è uno che parla molto e lo fa in modo chiaro. L’idea è quella di attaccare sempre e per me, con le caratteristiche che ho, questo è positivo”.
Dopo l’esperienza in Primavera nella serie cadetta, Cataldi analizza le differenze sostanziali dei tre campionati: “In Primavera incontri squadre molto diverse, a volte capitava di vincere anche 7 a 0. La B è un campionato lungo e logorante, si gioca sempre senza una pausa e anche con l’ultima puoi avere difficoltà. La cosa positiva è che se sbagli una partita poi hai tempo di recuperare. La Serie A è ancora peggio (ride, ndr). Quanti punti vogliamo fare quest’anno? Speriamo tanti. Noi guardiamo una partita alla volta, aspettiamo ancora prima di valutare ma saranno comunque tanti”.
Non manca un pensiero verso i tifosi: “È molto bello. Con il Cesena era la prima volta che vivevo a pieno questa emozione. Se mai dovessi fare un gol sogno di andare sotto la Nord. Sento molto la stima dei tifosi, poi con i social network è facile avvertire il loro affetto. Vorrei stare qui per molto tempo perché questa è casa mia. Sono qui da quando avevo 12 anni quindi ho fatto tutta la trafila. Sono cresciuto molto anche grazie alla società. Spero di poter fare un bella stagione. La Nazionale? Sai che hai l’opportunità di giocare la tua nazione, una cosa bellissima”.
Cataldi è senza dubbio un giocatore polivalente, capace di ricoprire più zone del centrocampo: “A Crotone ho ricoperto più ruoli soprattutto mezzala visto che giocavamo con il 4-3-3, ma anche mediano a volte perché riesci a prendere più palloni. La più grande soddisfazione personale? Dopo lo scudetto Primavera, forse i play-off con il Crotone che non era mai riuscito ad arrivarci, poi soprattutto con una squadra così giovane. Una bella favola”.
La sua specialità i calci di punizione: “È nata così, a me piace calciare a prescindere, sia da fermo che in movimento. Anche da piccolo in allenamento restavo un’ora in più finché non mi cacciavano, proprio per provare le punizioni. Con chi più sono più legato dei vecchi compagni della Primavera? Ce ne sono molti, tra tutti De Francesco che ho conosciuto 3 anni fa, poi Serpieri con cui siamo cresciuti insieme, ma anche Falasca e Ilari che anche loro conosco dal primo anno di Primavera. Faccio un grande in bocca al lupo ai ragazzi che sono in prestito per il campionato che stanno svolgendo. Li sento spesso e c’è una grande amicizia. È bello trovare nello sport amicizie che negli anni vanno avanti”.
In questa Lazio riesce a imparare da tutti: “Tutti mi danno una mano e mi consigliano molto. Poi se voglio qualche consiglio supremo allora vado da Miro che per me è Dio (ride, ndr), ma anche Mauri, Cana e Candreva. Sono tutti giocatori che sanno come consigliarti e da cui puoi apprendere molto. Se io do consigli a qualcuno? Credo di non essere ancora in grado di farlo. Magari tra qualche altro anno, adesso non mi sembra il caso. Non credo di essere uno che si esalta molto, ma se anche fosse ho una famiglia che mi rimette i chiodini per tornare con i piedi per terra. Bollini? Ogni tanto andiamo a cena e ricordiamo le belle litigate che ci facevamo (ride, ndr). Il più grande rimpianto? Non aver vinto il Viareggio – conclude Cataldi –. Più che per il secondo anno dove affrontammo l’Anderlecht che era una delle più forti e noi eravamo molto stanchi, soprattutto per il primo quando siamo usciti con la Fiorentina in un modo che neanche voglio ricordare. L’obiettivo personale? Rimettermi da questo problemino che ho e far bene con la Lazio quest’anno“.