Sono sempre frequenti gli aggiornamenti delle barbarie perpetrate dai militanti dell’Isis, l’ultima notizia riguarda un’avvocatessa uccisa, dopo giorni di umilianti torture.
Chi era Samira? – L’avvocatessa si chiamava Samira al Nuaimy, rientrava negli obiettivi di morte dell’Isis in quanto colta, e dunque pericolosa. Infatti, oltre che avvocatessa, Samira è stata un’attivista per la difesa dei diritti delle donne. Era una frequentatrice di social network, dove aveva modo di manifestare il suo dissenso per le condizioni dettate da Al Baghdadi alla sua gente.
Si era schierata in difesa delle donne, delle minoranze e aveva criticato la distruzione dei siti storici e religiosi, ritenuti eretici dagli estremisti islamici.
L’uccisione – Era colta, aveva osato criticare gli uomini dell’Isis, utilizzava un account Facebook ed era una donna, per gli uomini di Al Baghdadi, tutto questo era troppo. Il 17 settembre sono entrati di forza nell’abitazione dell’avvocatessa, l’hanno prelevata e per cinque giorni l’hanno torturata, violentata e umiliata.
Anche lei, come il resto dei decapitati, doveva rinnegare le proprie opinioni. Ma Samira si è sempre rifiutata, così una Corte islamica dei jihadisti l’ha condannata a morte.
Il suo corpo è stato gettato e abbondato sul ciglio di una strada, ai familiari della vittima è stato vietato anche di seppellirla.
Roma, 26 settembre 2014.