Lazio, il cuore non basta. Con l’Udinese seconda sconfitta di fila

Roma, 25 settembre 2014 – Lazio – Udinese è il posticipo dellaquarta giornata della Serie A. Subito si parte con un fallo di Novaretti su Thereau dopo appena 2′. La Lazio poi ci prova con Candreva dal limite dell’area, ma la palla finisce a lato. La partita non si gioca su grandi ritmi, anzi, spesso ci sono interruzioni. La prima interruzione arriva quando Badu prende un colpo e resta a terra quasi perdendo i sensi.

La partita continua ad essere equilibrata, l’Udinese chiude tutti gli spazi e quando la Lazio prova a costruire i friuliani arretrano tutti nella propria metà campo, proprio come richiesto da Stramaccioni, che chiede ai suoi uomini di salire quando i biancocelesti scoprono. Al 23′ Muriel viene lanciato, Marchetti esce e subisce fallo proprio da lui, ma Rocchi non fischia e mentre il portiere della Lazio resta a terra Muriel ne approfitta per tirare, ma Novaretti in questo caso salva tutto sulla linea.

Al 26′ arriva il gol di Thereau, prima rete stagionale per l’attaccante, dimenticato da Novaretti, che non lo segue, e da Konko, che non chiude la diagonale. Due minuti dopo esce Muriel e al suo posto entra Fernandes. La Lazio prova a reagire e lo fa prima con Felipe Anderson e poi con varie incursioni che però non portano a chiare occasioni da gol.

Il secondo tempo è tutto all’insegna della Lazio: l’Udinese non tira mai, si arrocca in difesa e difende il risultato. La Lazio fa possesso palla, prova a creare occasioni e punta sui giocatori offensivi facendo entrare Djordjevic, Lulic e Keita. I biancocelesti sono propositivi, ma i pochi spazi lasciati dall’Udinese fanno sì che a volte le azioni offensive risultino confusionarie. Le occasioni arrivano prima con Djordjevic, che tira poco dopo essere entrato e ha un buon impatto sulla gara, poi con Candreva che serve Klose, ma quest’ultimo non riesce a prendere la palla. Ci prova anche Candreva, ma il risultato non cambia.

Al 95′ il risultato finale è o-1 per l’Udinese. La Lazio ci prova fino all’ultimo, ma non brilla come nelle scorse partite, andando avanti più con il cuore che con le geometrie.