L’impresa di Fiume avvenne il 12 settembre 1919, quando Gabriele D’Annunzio partì dall’Italia assieme a 2.600 volontari per occupare la città di Fiume, oggi chiamata Rijeka, proclamando l’annessione al Regno d’Italia.
Prima dell’occupazione – Fiume era abitata da varie etnie, secondo un censimento del 1910, se si escludeva la località di Sussak che era abitata in prevalenza da croati, il 75 % della popolazione di Fiume parlava italiano, la restante parte parlava il serbocroato, lo sloveno, l’ungherese e il tedesco.
Includendo Sussak, chi parlava italiano superava comunque il 50 % della popolazione totale, era chiaro che il sentimento irredentista era forte.
Terminata la Prima Guerra Mondiale, l’Italia sedeva al tavolo dei vincitori, ma come dimostrano i fatti, fu praticamente l’unico paese vincitore ad aver perso, perché fu esclusa dalle grandi spartizioni di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Si parlò dunque di vittoria mutilata, Dalmazia e Fiume restarono in stand-by.
La Marcia di Ronchi – Gabriele D’Annunzio in quell’epoca era il personaggio più popolare in Italia, dopo essersi affermato come brillante scrittore, voleva entrare nella politica, coltivando il sentimento nazionalista.
Il Vate era deciso, avrebbe marciato su Ronchi, a Mussolini fece arrivare una lettera in cui scriveva: “Caro compagno, il dado è tratto. Parto ora…”
D’Annunzio procedeva con la sua colonna verso Ronchi il 12 settembre 1919, sul suo cammino incrociò dei bersaglieri che avrebbero dovuto bloccarlo, invece si unirono a lui. Entrato a Ronchi, D’Annunzio fu accolto da una folla entusiasta, il Vate proclamò l’annessione al Regno d’Italia.
Conseguenze – Dal 12 settembre 1919, D’Annunzio e i suoi, iniziarono una lunga occupazione, per far valere ufficialmente i diritti dei fiumani. Il 12 novembre 1920, l’Italia e la Jugoslavia firmarono il Trattato di Rapallo, che stabiliva l’indipendenza di Fiume.
D’Annunzio non accettò la condizione, a dicembre nella vigilia di Natale la Regia Marina italiana bombardò Fiume, il Vate accettò la sconfitta in quello che fu chiamato il Natale di Sangue, riconoscendo dunque Fiume indipendente.
Fiume tornò a far parte dell’Italia nel 1924, quando fu ripresa dal nuovo Governo di Mussolini, dal 1947 tornò a far parte della Jugoslavia, dove gli italiani furono messi in fuga da Tito, i più sfortunati furono uccisi nelle foibe. Dal 1991 Fiume fa parte della Croazia, oggi è conosciuta come Rijeka.
Roma, 12 settembre 2014.