Roma, 11 settembre 2014 – “Sul progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle ho espresso alcune riserve, per vari motivi. Innanzitutto, la legge sugli stadi rischia di portare l’amministrazione locale a commettere errori, essendo una legge confusa. Inoltre, l’interesse pubblico dell’opera deve essere reale. Infine, in nessun Paese europeo la realizzazione di uno stadio si porta appresso la costruzione di un intero quartiere“. Lo dice il deputato PD e ex Assessore all’Urbanistica Roberto Morassut, intervenuto stamattina ai microfoni di Radio Roma Capitale.
“Entrando nel dettaglio: la legge sugli stadi è poco chiara, soprattutto sull’utilizzo del termine ‘pubblico interesse’. Con un utilizzo così generico, si possono avere errori, giudicando in maniera non corretta l’interesse pubblico dell’opera di Tor di Valle. Credo infatti che al momento l’opera, seppure bella e monumentale, abbia delle criticità che impediscano di valutare il suo interesse pubblico come reale, cioè come un corrispettivo pubblico di un progetto privato. Su tutti, l’area in cui va a insistere è libera, non costruita, perché lì insiste opera primaria per Roma, ovvero il collettore primario che attraversa il Tevere. Inoltre, le vie di accesso all’area devono essere totalmente ripensate. L’asse Via del Mare-Via Ostiense è stata per anni famigerata per la sua pericolosità, tanto che da anni c’è un progetto preliminare di riqualificazione pronto a partire. Lo stesso dicasi per la Roma-Lido, che ai tempi della Giunta Marrazzo fu oggetto di studio per renderla vera linea metropolitana, moderna, veloce, con molti passaggi. Anche questo intervento necessita di fondi e tempo per poterlo attuare“.
“Infine, ripeto che le cubature sono del tutto sproporzionate e ingiustificate. In nessun paese del mondo la costruzione di uno stadio prevede un intervento così invasivo. Su questo continuo a pensarla come nel 2005, quando espressi valutazione negativa sul progetto presentato dal Presidente della Lazio Claudio Lotito, che prevedeva un enorme ampliamento delle cubature, su un area sondabile e agricola. Ciò non toglie che io sia convinto della necessità della realizzazione di stadi moderni, efficienti, funzionali, per entrambe le squdre. Ma tutto questo deve essere concesso solo in presenza di un vero rispetto delle aree scelte, di un reale ritorno patrimoniale e di opere pubbliche per il Comune. Solo così avremo un «pubblico interesse» reale e non fittizio“.
