Roma, 9 settembre 2014 – “Farò quello che chiederanno i nostri sopravvissuti“. Queste le parole del presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici, in merito al museo della Shoah anticipato dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi dei mezzi di informazione in seguito all’appello dei sopravvissuti allo sterminio nazista. Probabilmente il museo non avrà più come sede Villa Torlonia, ma l’Eur, con la ‘White Gallery’ in pole position quale spazio per allestirlo. “Vogliono vedere questo museo ancora in vita. Su questo l’amministrazione comunale sta ragionando, quando ci darà una risposta formale noi diremo qual è la nostra opinione” ha aggiunto Pacifici. La risposta del sindaco Marino non si è fatta attendere: “C’è un progetto (quello di Villa Torlonia, ndr) e io personalmente rimango fermo a ciò che conosco, ovvero il progetto discusso dall’assemblea dei soci fondatori. Se la Comunità ebraica, come mi sembra di leggere dai giornali, ha delle proposte diverse, la sede è sempre l’assemblea dei soci, e io sono a disposizione“.
Il progetto dell’Eur – Indiscrezioni, però, che sembrano qualcosa di più che una voce, almeno in Campidoglio, tanto che sul sito della Fondazione del Museo sono stati riportati i contenuti di una riunione convocata per fare chiarezza sulla questione. A questa, erano presenti il presidente Leone Paserman, il direttore scientifico Marcello Pezzetti, l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Masini, l’assessore alla Cultura Giovanna Marinelli e Riccardo Pacifici. Questa la nota: “Masini ha illustrato gli aspetti principali dell’alternativa dell’EUR precisando che non era stato ancora concluso nulla”. Continua la nota: “Si tratterebbe di un locale di circa 6.000 mq, su due piani, di cui attualmente 1500 sono ancora occupati da un grande negozio di articoli d’alta moda. E’ in corso una trattativa con la proprietà, EUR S.p.A., per ottenere intanto i 4500 mq liberi. Una volta raggiunto l’accordo con EUR S.p.A., la proposta di delocalizzazione verrà formalmente sottoposta da Roma Capitale, che è uno dei soci fondatori, all’approvazione del C.d.A. della Fondazione e, successivamente, anche all’approvazione dell’Assemblea capitolina. La mostra sulla liberazione dei lager nazisti quindi, qualora l’operazione venisse portata a termine in tempo utile, potrebbe essere spostata all’Eur dalla sede prevista per ora del Vittoriano. Prima dell’allestimento vero e proprio però, un concorso per l’adeguamento degli spazi alla normativa vigente per i musei“.
Il Campidoglio – “Stiamo cercando di tenere in considerazione le diverse richieste della comunità ebraica, in particolare un pezzo importante della memoria di questa città quale sono i sopravvissuti“, risponde l’ufficio dall’assessorato ai Lavori Pubblici. “Quella dell’Eur è attualmente solo un’ipotesi ma non c’è alcun progetto nè presa di posizione ufficiale da parte del comune“. Intanto, nei prossimi giorni, sono in programma una serie di incontri che propedeutiche sul da farsi. per giovedì è previsto infatti la convocazione del Consiglio della Comunità ebraica al quale seguirà un incontro con il cda della Fondazione.
Il progetto di Villa Torlonia – Nel frattempo, il progetto di Villa Torlonia non va considerato completamente accantonato. L’avvio dei lavori, del resto, è secondario solo all’apertura delle buste che determinerà chi dovrà occuparsi della realizzazione del cubo nero progettato da Luca Zevi. Del resto, il cambio di sede manderebbe in fumo ben 15 milioni di euro già spesi dal Campidoglio per il terreno, sul quale ha già stanziato altri 20 milioni per la variante urbanistica inseriti all’interno del patto di stabilità. Insomma, un cambiamento di rotta potrebbe comportare un danno erariale ingente ed eventuali ricorsi mossi dai partecipanti al bando. Per questo il Campidoglio si è già mosso interpellando sulla questione l’Avvocatura capitolina.
La comunità ebraica – “La cosa a cui tengono i sopravvissuti è che vogliono vedere questo museo ancora in vita. Su questo l’amministrazione comunale sta ragionando, quando ci darà una risposta formale noi diremo qual è la nostra opinione” ha continuato il presidente della Comunità ebraica. “Volutamente non abbiamo ancora fatto dichiarazioni formali. Abbiamo iniziato a dare l’assist alla sua realizzazione già dal 27 gennaio 2004. Sono passati 10 anni da quando organizzammo la partita della memoria all’Olimpico. In quell’occasione immaginavamo con l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, di vederlo realizzare in poco tempo. L’iter, sotto il profilo burocratico, grazie a tre diverse amministrazioni, si è compiuto e io credo che a questo punto dobbiamo fare tutti un passo indietro: la parola passa ai veri protagonisti, che sono i sopravvissuti“.
Il sindaco Marino – Marino al momento non si sbilancia: “Lavoro sui documenti esistenti, non sulle voci” ha commentato sottolineando come sul tavolo, per ora, c’è solo il progetto di Villa Torlonia. Al momento non ho documentazioni o indicazioni ufficiale, se non voci che alcuni all’interno della Comunità ebraica hanno pensieri diversi. Sono addolorato che siano oltre otto anni che si attende questa opera, però non sono certo io che posso partecipare a un dibattito che ritengo debba essere soprattutto interno a una comunità che tanto ha sofferto“. Poi in merito al possibile cambio di programma: “È evidente che deve esserci tutta la concentrazione possibile perché vanno ascoltate voci per me emotivamente e umanamente importanti come quelle delle figure carismatiche che ogni anno ci aiutano ad accompagnare i ragazzi ad Auschwitz, e che ovviamente sentono l’esigenza di poter concludere la propria vita con una testimonianza a Roma che ricordi il dramma che questa città ha vissuto. Su questo sono assolutamente pronto“.
Voci contrarie – Naturalmente non mancano le voci contrarie ed è di alcuni giorni fa la lettera del deputato del Partito democratico Luigi Manconi ha scritto indirizzata al sindaco Marino a menzione del possibile danno erariale che potrebbe essere causato dal cambio di sede del museo: “Un’intenzione a dir poco sbalorditiva se solo si tengono nel dovuto conto alcune considerazioni” scrive Marconi. Tra i motivi: “il Comune di Roma ha acquistato il lotto di terreno”approvando una variante; ha sostenuto spese ingenti per la redazione del progetto definitivo e, nel caso si abbandonasse questa destinazione, dovrà sostenere costi altrettanto onerosi di indennizzo alle imprese partecipanti alla gara di appalto in via di conclusione; la Cassa depositi e prestiti ha concesso un mutuo di 21 milioni di euro”che diverrebbe così inutilizzabile“.
I costruttori romani – Questa invece la nota dei costruttori romani Acer. “Pur comprendendo le motivazioni di tale ipotesi ci auguriamo che non venga abbandonato il progetto di esecuzione del museo all’interno dell’area di Villa Torlonia, per il quale è già in fase avanzata la procedura di aggiudicazione” commenta in una nota Edoardo Bianchi, Presidente dell’ACER. “Riteniamo infatti, che la realizzazione del museo a Villa Torlonia arricchirebbe la nostra città di un’opera di grande valenza simbolica e di indubbio rilievo architettonico. L’auspicio è quindi che l’allestimento all’Eur sia una soluzione temporanea rispetto ai tempi di realizzazione del Museo“.