Nota con il nome in codice operazione Quercia, è la liberazione di Mussolini da parte dei militari tedeschi, avvenuta il 12 settembre 1943, quando era detenuto presso l’Hotel Campo Imperatore.
L’arresto di Mussolini – Il 25 luglio Benito Mussolini si incontrò con il Re Vittorio Emanuele III, per discutere della seduta del Gran Consiglio, avvenuta il giorno prima, dove Dino Grandi presentò un ordine del giorno che prevedeva la caduta del Duce tramite votazione, che si concluse con esito negativo per Mussolini.
Quando Mussolini si presentò a Villa Savoia, pensava probabilmente di poter contare sull’appoggio del Re, questi invece lo colse di sorpresa, gli disse che era finita, che il nuovo Capo del Governo sarebbe stato Pietro Badoglio. Alla fine del colloquio, Mussolini fu invitato dai carabinieri a salire su un’ambulanza della Croce Rossa, una volta prelevato sparì nel nulla, per giorni nessuno aveva idea di dove si potesse trovare Mussolini.
Hitler rimase incredulo, tra gli ufficiali tedeschi tornò la convinzione che il popolo italiano non solo era inaffidabile, ma che presto avrebbe tradito la Germania, rompendo l’alleanza per passare col nemico. Hitler però considerava Mussolini un amico e l’unico italiano di cui fidarsi, appena saputo del suo arresto, pensò subito che aveva il dovere di liberarlo e di restaurare il fascismo in Italia.
I giorni della prigionia– Dopo l’arresto, Hitler convocò alcuni ufficiali nella sua base segreta, la Tana del Lupo, spiegò che l’operazione era della massima segretezza, bisognava scovare dove era nascosto Mussolini e liberarlo.
Per Mussolini cominciò una turbolenta girandola di spostamenti, Badoglio tramite corrispondenza chiese all’ex Duce dove desiderava ritirarsi, lui rispose Rocca delle Carminate, ma non fu mai accontentato. Mussolini fu trasferito prima in una squallida stanza nell’isola di Ponza, poi in una villa presso La Maddalena, infine una breve sosta a Assergi per poi giungere definitivamente sull’altopiano del Gran Sasso, a Campo Imperatore, dove gli fu riservata una stanza nell’omonimo Hotel.
La liberazione – I servizi segreti tedeschi, dopo vari buchi nell’acqua, scovarono il nascondiglio dell’ex Duce, intercettando un messaggio cifrato.
Come principale artefice dell’Operazione Quercia, fu riconosciuto il comandante delle SS Otto Skorzeny, anche se furono determinanti anche altri comandanti, infatti, al termine dell’operazione soprattutto il generale Student e il maggiore Mors lamentarono di non aver ricevuto i meritati riconoscimenti.
Hotel Campo Imperatore era raggiungibile soltanto tramite funivia, per questo fu organizzato un blitz a bordo di alcuni piccoli alianti, da lì i tedeschi si sarebbero paracadutati sul suolo, irrompendo poi verso l’Hotel.
Per evitare un conflitto a fuoco, Skorzeny pensò di portarsi come ostaggio il generale italiano Fernando Soleti. L’operazione riuscì senza sparare un colpo, Mussolini fu fatto salire su un aereo Storch, pilotato dall’abile Gerlach, assieme ai due si unì a forza anche Skorzeny. La destinazione finale del viaggio di liberazione era Monaco, da lì Mussolini avrebbe poi incontrato un commosso Hitler.
Quando Mussolini osservò dalla finestra della sua stanza l’arrivo dei tedeschi, esclamò rammaricato: “Avrei preferito che fossero venuti gli italiani a liberarmi”.
Roma, 12 settembre 2014.