Roma, 20 settembre 2014 – “Il referendum di ieri al Teatro dell’Opera si è svolto al di fuori dalle regole sottoscritte da Confindustria e da Cgil, Cisl e Uil confederali. L’esito era pertanto scontato e a questo proposito valuteremo tutte le azioni da intraprendere“. A dirlo in una nota la segreteria regionale della Slc Cgil, dopo che ieri sera il referendum svolto tra i lavoratori del Costanzi ha approvato il piano di risanamento del teatro.
“Ancora una volta – continua la nota – si dimostra come il Teatro dell’Opera sia diviso a metà e come la responsabilità di questo sia da attribuire alla direzione del teatro: dividere i lavoratori, invece che mettere in atto un confronto serio volto alla corretta gestione del teatro, è l’unica cosa che la direzione sia riuscita a realizzare in questi dieci mesi. Tale responsabilità investe anche coloro che sostengono questa linea e l’esito del referendum rende giustizia al teorema che ci vedeva come una sparuta minoranza senza seguito. Il risultato, ormai, è una vittoria di Pirro. A seguito della legge 106 del 29 luglio 2014, la dotazione organica verrà definita entro il giugno del prossimo anno e sarà di competenza del nuovo consiglio di indirizzo che sostituirà l’attuale consiglio di amministrazione nelle prime settimane del 2015, come recita la comunicazione ufficiale del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo del 4 settembre scorso. Il nostro dissenso è e sarà sempre legato alla volontà di mantenere il Teatro dell’Opera della Capitale un teatro di eccellenza nazionale e internazionale; per questo la Slc Cgil si impegnerà a raggiungere l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori e a combattere ogni disegno di smantellamento“.