Roma, 7 settembre 2014 – Scatta, da oggi, l’obbligo di Fatturazione. Sono infatti scaduti i 3 mesi di transizione di 3 presso la Pubblica amministrazione centrale. Da ora i fornitori che le fatturazioni cartacee dei fornitori non saranno più accettate. Scaduti ieri, 6 settembre, i tre mesi considerati di transizione -così definiti attraverso una circolare emessa dal ministero Economia e Finanza rispetto alla sua entrata in vigore, datata 6 giugno scorso. Il beneficio potenziale per la Pa con il passaggio a tale procedura è stato stimato in circa 1 miliardo di euro l’anno.
17 euro risparmiato per singola fattura – Dallo scorso 6 giugno l’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la Pubblica Amministrazione centrale riguardava circa 9.000 enti e loro emanazioni, corrispondenti a oltre di 16.000 uffici pubblici fra ministeri, scuole, caserme, agenzie fiscali, enti di previdenza e uffici per l’assistenza sociale. Da oggi diventerà obbligatorio inviare solamente fatture elettroniche in formato strutturato, firmate digitalmente e da conservare in elettronico. Per il resto delle Pa l’obbligo scatterà il prossimo 31 marzo 2015 ed interesserà i restanti 1.500 enti della Pa centrale e i 10.500 degli altri enti locali. La fatturazione elettronica, secondo uno studio dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano, permetterà alla Pa un risparmio di circa 17 euro per ogni fattura ricevuta.
Il risparmio per fattura – Il risparmio di 17 euro sarà così composto: 14 euro saranno dovuti al minor impiego di manodopera con la digitalizzazione delle stesse, mentre gli altri 3 euro deriveranno dalla riduzione dei costi di materiali consumabili e di spazio. Di fatto il miliardo di euro l’anno di riduzione dei costi di su tali attività, comporterà una miglior accuratezza del processo, una riduzione degli archivi di documentazione fiscale e un abbattimento dei tempi di esecuzione dei processi.
Incremento della produttività – I primi 200 mln avranno un impatto diretto sui conti pubblici, mentre i restanti 800 mln di euro deriveranno dall’incremento della produttività ottenibile in seguito all’entrata a regime della fatturazione. Si è stimato come siano fra i 7,5 e 10 mln le fatture destinate ogni anno agli enti coinvolti da questa prima scadenza. Per lo più tali documentazioni hanno natura periferica e riguardano uffici dei ministeri e degli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale. Il primo passo, dunque, interesserà 60 mln di fatture, che la Pa riceve ogni anno da 2 mln di fornitori, cioè il 40% del totale delle imprese attive in Italia, per un valore complessivo di 135 mld di euro.
Benefici per il sistema paese – Stimabili in quasi altri 600 mln di euro, che portano a circa 1,6 mld di euro la stima complessiva dei benefici per il Sistema Paese. Inoltre, la Fatturazione Elettronica verso la Pa consente il controllo diretto sulla spesa pubblica e contribuisce alla riduzione dei tempi di incasso dei pagamenti per le imprese. Benefici già di per se stessi molto significativi, ma questo passaggio ha soprattutto un altro grande valore: può essere finalmente lo stimolo per la crescita della Digitalizzazione nell’intero Sistema Paese.
Dati contrastanti – Attualmente a fare già fatturazione elettronica sono poche decine o quasi la metà del totale, a seconda del criterio considerato. Infatti, sempre secondo lo studio, se si considera l’approccio previsto dalle regole per la fatturazione elettronica verso la Pa (formato strutturato, firmato e obbligatoriamente conservato in modalità elettronica da emittente e ricevente), infatti, è senza dubbio poco diffusa in Italia, limitata a poche decine di imprese e prevalentemente applicata all’interno di relazioni intragruppo. Se si considera invece l’approccio più lieve della Legge n. 228 del 24 Dicembre 2012 (una qualsiasi fattura emessa e ricevuta in un qualunque formato elettronico, conservabile con conservazione elettronica) o quanto previsto dal codice dell’amministrazione Digitale (che accetta di conservare anche solo la copia analogica di un documento informatico), le imprese che scambiano fattura in formato elettronico strutturato sono circa l’1% delle imprese italiane. Considerando anche quelle che inviano fatture non strutturate si raggiunge circa il 45%-50% delle imprese attive nel Paese.