L‘eredità di Aurelia Sordi continua a far discutere: sono 37 i discendenti a vari livelli dell’ Albertone Nazionale che si preparano ad una battaglia legale. Ieri mattina il loro avvocato, Francesca Coppi, si è presentata in procura per fare l’atto di accesso che prelude alla costituzione di parte civile contro l’ex autista della famiglia, Arturo Artadi, e gli altri nove indagati accusati di circonvenzione di incapace e di ricettazione. Se la mozione verrà accolta in tribunale, parteciperanno al processo e potrebbero anche essere risarciti del danno subito. Sui giornali e sul verbale della fase istruttoria si legge che alcuni di loro hanno dichiarato di aver visitato sporadicamente la casa di Alberto Sordi, abitazione che si affaccia sulle Terme di Caracalla, e che gli incontri furono bruscamente interrotti quattro o cinque anni fa, a causa degli ” inservienti” della villa, decisi a rifiutare l’accesso alla villa ad estranei e ad impedire contatti via telefono. “Ci dicevano sempre che la zia non voleva parlare con nessuno” hanno affermato.
Quest’istanza potrebbe rappresentare il primo passo per arrivare ad ottenere il ” tesoro” di Albertone: la cifra va dagli 80 mila ai 100 mila euro e il denaro comprende la villa, i titoli e le opere d’arte che Aurelia Sordi pensava di intestare alla Fondazione Casa Museo Alberto Sordi, patrimonio che sarebbe stato gestito dal Sindaco di Roma in carica. E’ stato documentato il testamento sottoscritto dalla Signorina Sordi, atto che fu consegnato al notaio Alfredo Maria Becchetti all’inizio del 2011, esattamente un anno prima della comparsa dei primi segni di demenza senile, secondo quanto riportato dai periti nominato dal pm Eugenio Albamonte.
La distanza temporale è decisamente breve e potrebbe risultare sufficiente per intentare una causa civile ed ottenere il testamento, al solo scopo di rendere legittimo ciò che Aurelia Sordi scrisse nel 2011. “Al momento stiamo semplicemente valutando ogni strada possibile, ma decideremo a breve” afferma l’avvocato dei familiari di Alberto Sordi, Andrea Maria Azzaro. Un aiuto considerevole alla causa potrebbe risultare la pubblicazione del testamento di Aurelia Sordi, ancora in custodia del notaio Becchetti: “Abbiamo avuto dei rallentamenti perché l’amministrazione comunale non ci ha ancora fatto avere il certificato di morte, ma non dovremmo andare oltre il fine settimana” ha dichiarato il giurista.
Dagli atti raccolti dalla procura di Roma è emerso che i problemi d’infermità mentale della signorina Sordi potrebbero essere antecedenti alla data del testamento. Il dottor Lenzi, medico curante di casa Sordi che fu successivamente allontanato, scrisse in un certificato risalente a novembre 2011 che Aurelia Sordi soffriva di sporadici episodi di’ allucinazioni’. La perizia ordinata dalla procura tiene conto di quest’ultimo elemento al fine di poter garantire una valutazione complessiva attendibile: si valuteranno le capacità intellettive della Signorina come “grandemente compromesse, tanto da minare le capacità d’intendere e di volere” certificate fino al marzo 2012.
L’avvocato Marco Monaco, difensore di Arturo Artadi, sostiene che Aurelia Sordi era in grado d’intendere e di volere fino all’ultimo: “E’ stato l’allontanamento dell’autista, che l’aveva seguita sempre e che era il suo punto di riferimento in casa, a determinare il crollo psicologico. Una misura inutile contro la quale ci siamo opposti in tutti i modi”.
16 ottobre 2014